Q
Cos’è
meglio per salvare tutti gli esseri: vivere in un monastero Zen o
praticare da laico fuori dal monastero?
March
20, 2014, 4:24 pm
Ognuno
ha il proprio modo di esprimersi e di vivere. Piuttosto, cosa intendi
con “salvare tutti gli esseri”? Devi fare maggiore attenzione a
questo. Ci serve un corpo in salute e una mente stabile per salvare
gli altri. Per questo è importante trovare una vera base,
risvegliare la saggezza nelle nostre vite e fare esperienza di questo
stato mentale stabilizzato. Quindi, con la mente illuminata puoi
mischiarti alla gente nella società. Ma da principio la
purificazione e il risveglio della nostra vera mente richiede grandi
sforzi. Non creare un mondo dualistico parlando di monastero Zen e
società, ma mentre vivi nella società, puoi continuare il tuo
addestramento, e l’addestramento in un monastero Zen è sentire il
dolore e la sofferenza della società e lavorare per la sua
purificazione.
5
o 6 volte durante yaza in diverse sesshin il respiro è diventano
come una macchina sottile e si è fermato per lunghi periodi.
L’espirazione sembrava salire fino alla cresta di un’onda senza
nessuno sforzo. Tutti gli oggetti apparivano stabili in maniera molto
chiara ma totalmente separati. Gli oggetti non dovrebbero essere
percepiti come Uno?
March
18, 2014, 2:42 pm
E’
importante sentire la profondità dello zazen. Diventa
l’incoraggiamento a continuare la pratica. Ma non restare lì –
tutta la gioia, tutta la stabilità, tutta l’instabilità è ancora
creata dalla tua coscienza. C’è anche il mondo delle illusioni. Ci
sono immagini che sperimenti quando il tuo zazen diventa più
profondo, ma non sono ancora il nocciolo della pratica. Lo scopo è
rinfrescare, rinascere, svegliarsi alla saggezza. In quel luogo dove
il passato non ti condurrà più di qua e di là. Ritorni allo stato
mentale che avevi quando sei nato. Tutte le altre immagini o
illusioni sono ostacoli. Per
favore non fermarti a metà strada.
Perché
creiamo un ego e ci dividiamo in così tanti pezzi?
March
16, 2014, 2:05 pm
L’Ego
è molto importante. La scienza dice che dall’età di 16 mesi
comprendiamo 1. Dopo 32 mesi comprendiamo 2. Comprendere 1 significa
che sperimentiamo tutto l’esistente come se fosse noi stessi.
Comprendere 2 significa la divisione tra sé e l’altro. Da lì
comincia a svilupparsi l’Ego. Da lì vengono fuori la volontà e i
desideri degli esseri umani. E così anche tutta la scienza, l’arte,
la cultura ha origine da lì. La società è basata sulla percezione
di 2. Se non ci fosse nessun Ego, le capacità umane non si
svilupperebbero. Tuttavia vedere che l’Ego appartiene solamente a
questo corpo, diventa veramente pesante. Diventa più pesante del
peso della terra. Questo perché la nostra saggezza è ancora
limitata. A questo punto possiamo crescere socialmente e imparare
come usare questo Ego per la società. L’Ego è una grande forza
perché avvenga la crescita sociale.
Nel
suo teisho ha accennato al raccogliere la concentrazione sulla punta
di un ago. Quando faccio questo perdo la connessione con la vasta
energia che fluisce. Che
devo fare?
March
16, 2014, 1:57 pm
Quando
sediamo in zazen, la nostra coscienza è ancora piena di cose che
vengono da fuori, e questa ombra senza dubbio persiste. Quando ti
concentri nel koan, questa coscienza che permane lentamente si
mescola con il koan e diventa il koan. Rimane la sola coscienza ad
essere presente e perfino il sé e tutto quel che c’è intorno
scompaiono. Entrare in questo stato mentale dove non ci sono ostacoli
è chiamato samadhi. Il samadhi è necessario perché ci sia la
grande morte. Qualcosa dall’esterno può toccare la tua pura
coscienza e aprire un varco. Per la prima volta la tua coscienza può
rinascere. La spiegazione teorica per questa esperienza è detta la
coscienza della coscienza diventa cosciente di se stessa. Solo se
puoi evadere da questo samadhi puoi fare esperienza della grande
morte con la rinascita della tua coscienza. Questa è la volta in cui
non occorre più alcun dualismo, quando puoi sperimentare la tua pura
coscienza.
Quando
medito la sera sono pieno di energia e ho difficoltà a dormire la
notte. Quando medito al mattino mi addormento durante la meditazione
e rimango molto stanco. Perché lo stato in cui medito, energico o
assonnato, influenza come mi sento dopo?
March
13, 2014, 1:57 pm
Forse
sei una persona notturna e il tuo ritmo giornaliero è di stare
sveglio fino a tardi. Le persone che vanno a letto tardi hanno
difficoltà con lo zazen del mattino. Gli orari di pratica in un
monastero sono più adatti alle persone che vanno a letto presto e si
svegliano presto. Se tu stessi in un monastero anche solo un mese, il
tuo ritmo naturale cambierebbe, in quanto esseri umani viviamo di
abitudini, e queste possono essere cambiate. In monastero ci si
sveglia alle 3:40 del mattino, poi io vado a letto intorno alle 11 di
sera e mi sveglio alle 2 del mattino in modo da avere il tempo, prima
che cominci il programma del monastero, per aumentare la mia energia,
e quindi alle 4 sono sveglio per i sutra del mattino. Il ritmo va
seguito giornalmente, o è difficile cambiare.
Anche
se pratico da un po’ di tempo, trovo impossibile sentire il tanden.
Come si dovrebbe sentire questa parte 3/5 cm sotto l’ombelico?
March
13, 2014, 7:03 am
Non
è difficile. Certo
cercare e trovare un tanden con la testa non funziona. Quando sollevi
una cosa pesante, hai bisogno della forza del tuo tanden per farlo.
Sedere, camminare, dormire, tutti i movimenti sono supportati dal
Tanden. Ci sono fasce muscolari davanti al basso addome e attorno
alla parte bassa della schiena, che sono il supporto per tutti i
movimenti del corpo. Il sangue, che porta nutrimento e ossigeno a
tutte le cellule del nostro corpo, è pompato dal cuore. I polmoni
esalano diossido di carbonio e ricevono ossigeno fresco. I polmoni
non possono muoversi da soli, ma vengono compressi e rilasciati dal
diaframma. Il diaframma è molto sensibile alla tensione e alla
pressione, e quel che supporta il diaframma nel suo salutare lavoro è
il tanden. Quando espiri, espiri fino a che l’addome si
appiattisce, per poi semplicemente lasciare che l’inspirazione
venga da sé. Così sentirai una inspirazione stabile e
soddisfacente, che è possibile grazie alla forza del tanden.
Piuttosto che pensarci,
sperimentalo.
Quando
ci si siede profondamente in pace durante una sesshin, si può
sentire la necessità di essere gentili con se stessi e con gli
altri, con gli animali, le porte e le nostre ciotole. In quel momento
non sembra corretto andare al sanzen giusto per cacciare un urlo per
mostrare la mia forza, E’ sbagliato?
March
7, 2014, 3:02 pm
Sentirsi
in pace è un buon stato mentale, anche se quel che vedi scaturisce
dai tuoi pensieri. Ecco perché ti sembra che il MU si inserisca nei
tuoi pensieri. Questo non è tagliare le radici della vita. Occorre
che tagliamo questa radice per sfondare il muro del nostro ego. E’
ancora presente il dualismo. Mi piace, non mi piace, vincita,
perdita, buono, cattivo – queste visoni dualistiche non possono
liberarti. Ti
prego di fare attenzione a questo.
Quando
medito mi sembra di diventare più introverso e passivo e mi sento
bloccato dentro. Mi piace meditare ma non mi piace questo stato.
Sento che la meditazione dovrebbe condurmi a una maggiore sintonia
con l’esterno, ma non so come farlo. Qualche
suggerimento?
March
3, 2014, 2:22 pm
Nel
nostro subconscio sono immagazzinati molti pensieri e memorie.
Purificarli è quel che si fa con Zazen. Usiamo il respiro, i koan
per risvegliare la nostra coscienza. Quando ci concentriamo sul
respiro, siamo meno sballottati dalla nostra coscienza. Ma
dobbiamo concentraci completamente o non funziona.
Cosa
vuole evidenziare Hakuin con queste parole: “Il cancello
dell’unione di causa ed effetto in questo modo viene aperto”?
February
25, 2014, 7:49 pm
In
quanto esseri umani la nostra mente è piena di pensieri e
preoccupazioni, ma è solo perché siamo bloccati sul nostro ego che
crediamo che sia una cosa terribile e difficile. Quando sediamo in
zazen e sperimentiamo la nostra vera natura, realizziamo che la mente
vuota è la nostra vera natura, la Natura di Buddha. A partire da ciò
siamo capaci di accettare questa vita nel modo in cui è e vedere che
il nostro ego è solo un’illusione. Se vi restiamo impantanati, nel
volere questo e quello, passando dall’agitazione alla gioia, non
possiamo vedere che in tutte queste cose non c’è nulla della vera
essenza. “… realizziamo chiaramente che la Natura del Sé è una
non natura. Allora saremo andati ben oltre la pigra speculazione.”
Smetteremo di preoccuparci di questo e di quello - tutti i dubbi
saranno scomparsi. Questa è l’esperienza fondamentale che viene
espressa dalle parole “Il cancello dell’unione di causa ed
effetto in questo modo viene aperto”. Questa è l’espressione
logica di questa esperienza: la saggezza di Buddha può essere
trovata solo in noi stessi.
Possiamo
vederlo da noi stessi che non siamo insignificanti, ma quando non c’è
nulla nella mia mente, allora questa è la saggezza del Buddha, che
non può essere trovata altrove, né essere conseguita con
l’addestramento. Causa ed effetto sono una cosa, sono la saggezza
del Buddha che stiamo cercando. Il cancello è aperto poiché non c’è
più alcun bisogno di cercare all’esterno, il cancello della
saggezza adesso è aperto. E da ciò comprendiamo che la nostra mente
è sempre stata aperta. Non dobbiamo andare di qua e di là e
lavorare duramente per farlo, ma proprio qui è dove possiamo trovare
la saggezza del Buddha dentro la nostra mente.
Hakuin
prende queste parole dai sutra, dove si dice: “Se vuoi conoscere il
passato, guarda il presente. Se vuoi conoscere il futuro, guarda il
presente.” Cosa possiamo imparare da queste parole, come vivere in
base a questo? Ogni giorno, ogni momento, vivere ciascun istante più
pienamente possibile. Come si diceva anticamente: “Camminare
costantemente come un bue. La strada non è breve, ma se stiamo con
il nostro cammino, allora arriveremo salvi. Persino una strada lunga
può essere percorsa.” – o – “Questo autunno non si sa se
pioverà o ci sarà tempesta, quando il contadino lavora nei campi
non si preoccupa se il suo raccolto sarà colpito dalla pioggia o
dalla tempesta, anche se questo dovesse accadere, adesso bisogna
lavorare su questo campo. Forse non tutti i risultati saranno buoni,
ma questo non significa che si debba smettere di impegnarsi.”
Questo
non può essere afferrato per mezzo di una comprensione
intellettuale, ma guardando alla propria vita in ogni momento, senza
farsi confondere dai pensieri. Chi
vive in questo modo vedrà arrivare risultati conformi.
Pensa
che sia meglio avvicinarsi a zazen in modo calmo e rilassato o in
maniera più determinate ed energica? Per esempio se prima di una
sessione di zazen prendo un impegno saldo di non togliere
l’attenzione dal respiro a qualunque costo, va bene o è un modo di
pensare sbagliato?
February
21, 2014, 1:03 pm
Il
samadhi del respiro è sempre samadhi. Non inizia né finisce, per
questo è chiamato samadhi. Non c’è nessun inizio o fine in Zazen.
L’insegnamento Zen del nostro lignaggio è: Muoversi è Zen,
sedersi è Zen, tutti i movimenti sono fonte di stabilità naturale
per il nostro corpo”. Questo è stato il samadhi di zazen per il
Buddha e per tutti i patriarchi.
Susoku
Zanmai wa Itsudemo Zanmai desu. Hajimattari Yasundari Owattari shinai
koto ga Zanmai desu.Zazen no Haji me Owari mo Nai no ga Zazen desu.
Busso Shoden no Zazen wa "DO mo mata ZEN, ZA mo mata ZEN, GO
MOKU DOJO TAI ANNEN" kore ga Oshaka sama Irai Soshigata no ZAZEN
ZANMAI desu
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