mercoledì, novembre 28, 2012

Questione di Vita- di ShoE

Una sostenitrice laica del tempio di Sogenji è venuta per chiedere un consiglio al Roshi (Shodo Harada Roshi,ndt). Suo marito è caduto, si è rotto l'anca, l'operazione è andata bene, si trova ora in un ospedale specializzato in riabilitazione, ma non vuole più mangiare. Ha 83 anni e sua moglie ha la sensazione che lui se ne voglia andare. Siccome le due figlie lavorano a tempo pieno e lei stessa è anziana, non si poteva curarlo a casa. La moglie avrebbe desiderato che ci fosse stato in Giappone un ospizio come Enso House a Tahoma. A questo il Roshi ha risposto: volere morire non è il motivo per cui noi siamo nati come essere umani. Il nostro naturale sentimento è di volere vivere e con il volere morire in realtà creiamo sofferenza per noi e per chi ci è vicino. Un ospizio è un luogo dove viene sostenuto e accudito chi ha ancora un desiderio di vivere, ma il cui corpo fisico ha raggiunto il limite. Volere portare ad una fine la propria vita in realtà è non prendersi la responsabilità della preziosa energia vitale ricevuta, è indulgere nelle proprie sofferenze, wagamama in giapponese, che significa essere pieni delle proprie usuali idee negative sulle cose, comportandosi senza considerare nessun altro. La vita è sviluppare la propria saggezza interiore e imparare a gestire le difficoltà. In questo modo il Roshi ha dato a questa donna un modo di come cambiare punto di vista sulla situazione. Profondamente toccata dalla chiarezza del Roshi, non si è sentita più preoccupata, ma si è resa conto del bisogno di sostenere il marito per aiutarlo a riapprezzare la vita.

mercoledì, ottobre 03, 2012

Bosatsu Gangyo Mon

Discepoli quando osservo umilmente la vera natura delle cose, tutto non è altro che la manifestazione meravigliosa della verità del Tathagata. Atomo dopo atomo, istante dopo istante, tutto non è altro che la sua misteriosa radiosità. Per questo motivo i nostri virtuosi antenati estesero la loro cura amorevole e rispetto persino verso quegli esseri come gli uccelli e le bestie. Come possiamo noi non essere umilmente grati per il cibo, le bevande e gli abiti che ci nutrono e ci proteggono lungo tutto il giorno. Essendo queste cose nell' essenza la pelle calda e la carne dei grandi maestri, la compassione incarnata di Buddha. Se è così perfino per gli oggetti inanimati, quanto di più dovremmo essere gentili e grati verso gli esseri umani, anche quelli che sono sciocchi. Sebbene diventino nostri giurati nemici, mettendosi in rivalità con noi e perseguendoci, dovremmo considerarli come manifastazioni di bodhisattva, che nella loro grande compassione stanno impiegando abili mezzi per aiutarci ad emanciparci dal karma peccaminoso, che abbiamo prodotto durante incontabili kalpa attraverso la nostra preconcetta visione incentrata su noi stessi. Se risvegliamo in noi stessi questa fede profonda e pura, offrendo parole umili e prendendo rifugio sincero nel Buddha, allora con ogni pensiero sboccerà un fiore di loto, ognuno con un Buddha. Questi buddha fonderanno Terre Pure ovunque e riveleranno la radiosità del Tathagata proprio sotto i nostri piedi. Possiamo noi estendere questa mente attraverso l'universo, così che noi e tutti gli esseri senzienti possiamo egualmente fare fruttare i semi della saggezza.
                                           Il giardino di Sogenji a Okayama- foto di Ekin

mercoledì, settembre 12, 2012

Che cosa è lo Zen? Tratto da "ZEN" di Toishi Yoshioka.

Sempre più persone in giro per il mondo si trovano disorientate da una sensazione di insicurezza per il moderno stile di vita materialista e si rivolgono allo Zen, una antica tradizione che viene dalla storia del Lontano Est. Che cosa è lo Zen? E' capace di salvare il genere umano? Questo tema è diventato importante per la civiltà moderna. Lo Zen è iniziato in India, la culla del pensiero e della filosofia asiatica. E' arrivato in Giappone attraverso la Cina. Molta gente direbbe che lo Zen è una religione, altri che è una filosofia. Zen non è qualcosa che può essere spiegato con parole, ma è una pratica che si sviluppa a partire dalla propria evoluzione personale e ci conduce ad uno stato di liberazione chiamato Satori. La pratica dello Zen comincia con l' aspirazione a realizzare la Via della Illuminazione. L'obiettivo principale dello Zen è " prima cercare l' illuminazione per sè stessi e poi liberare gli altri". In altre parole, il primissimo voto e di dedicarsi interamente alla vita Zen e realizzare l' illuminazione per salvare tutti gli esseri senzienti (gli esseri umani e tutti gli esseri viventi) così come sè stessi. Zen non è affatto una questione difficile. Zen è qualcosa di cui bisogna fare esperienza nella propria pratica e non può essere compreso intellettualmente, non importa quanto lo si studi. Zen è qualcosa che chiunque può fare: non è una cosa solo per monaci. Fin dai tempi antichi ci sono stati laici che sono eccelsi nella realizzazione dello Zen.

                                      foto di Ekin-il giardino del tempio di Tofuku Ji a Kyoto

martedì, settembre 04, 2012

Il suono della campana e l'abito da monaco

Koan Unmon disse: "Guarda! Questo mondo ha forma ed è vasto. Perchè ti metti l'abito da monaco al suono della campana? Poema di Mumon Se "lo" capisci, tutte le cose sono Una. Se non lo capisci, sono diverse e separate. Se non "lo" capisci, tutte le cose sono Una. Se lo capisci, sono diverse e separate.
                                   il nuovo mokugyo per One Drop Palermo donato da Shoe

lunedì, settembre 03, 2012

ZAZEN WASAN

              La canzone dello Zazen di Hakuin Zenji (1)





Tutti gli esseri senzienti sono nell'essenza dei Buddha. Come l'acqua ed il ghiaccio, non c'è il ghiaccio senza l'acqua, al di fuori degli esseri senzienti non ci sono Buddha. Non sapendo quanto sia vicina la verità, la cerchiamo lontano, che peccato! Siamo come chi, in mezzo all'acqua, grida disperatamente assetato. Siamo come il figlio di un uomo ricco che vaga tra i poveri. La ragione per cui trasmigriamo attraverso i Sei Reami è perchè siamo persi nell'oscurità dell'ignoranza. Vagando sempre di più nell'oscurità, come possiamo mai liberarci da nascita e morte ? Per quanto riguarda la pratica Mahayana (2) dello Zazen, non ci sono parole per lodarla abbastanza. Le Sei Paramita (3) come dare, rispettare i precetti e varie altre buone azioni come invocare il nome di Buddha, il pentimento e la pratica spirituale, tutte alla fine ritornano alla pratica dello Zazen. Anche coloro che si sono seduti in zazen per una sola volta vedranno cancellato tutto il Karma. In nessun luogo troveranno vie del male e la Terra Pura non sarà lontana. Se ascoltiamo anche una sola volta con il cuore aperto questa verità e poi la lodiamo e la abbracciamo volentieri acquisiremo innumerevoli meriti. Volgendo lo sguardo dentro di sè e riconoscendo direttamente la propria natura si comprende che la propria natura è non-natura. Saremo allora andati ben al di là della vana speculazione. La porta dell'unità di causa ed effetto si aprirà e non-una non-due si aprirà dritta la Via. Realizzando la forma della non-forma come forma sia andando che ritornando saremo nello stesso posto. Realizzando il pensiero del non-pensiero come pensiero, cantando o danzando saremo la voce del Dharma. Com'è vasto e senza ostacoli il cielo del Samadhi ! Com'è scintillante e chiara la luna delle Quattro Saggezze ! (4) Cos'altro dobbiamo cercare in questo momento ? Dal momento che l'eterna pace della Verità ci si rivela proprio questo luogo è la Terra del Loto e questo corpo, il corpo del Buddha. NOTE (1) Hakuin Ekaku Zenji (1686-1769) Maestro giapponese della scuola Rinzai al quale si fa risalire il rinnovamento della tradizione Rinzai moderna (2) Mahayana: con questo termine viene indicato Il Grande Veicolo una delle tre grandi correnti del Buddismo solitamente contrapposta all' Hinayana il Piccolo Veicolo ed al Vajrajana o Tantrayana Il Veicolo del Diamante. (3) Le Dodici Perfezioni (Paramita) o Virtù buddiste sono: carità (Dana), rispetto dei precetti (Shila), pazienza (Kshanti), saggezza (Prajina), eccellenza (Ratna), forza del carattere (Virya), meditazione (Dhyana), retto insegnamento ((Upaya), voto ( Pranidhana), forza (bala), perseveranza ( Vajrakarma), cooscenza (Jinana). (4) La saggezza che rispecchia la forma della verità di tutti i fenomeni, la saggezza della non dualità tra sè e gli altri, la saggezza della verità del Dharma, la saggezza dei Buddha e Bodhisattva per salvare gli esseri.

domenica, settembre 02, 2012

La mente ordinaria è la Via.

Koan. Una volta Joshu chiese a Nansen: "Che cosa è la Via?". Nansen rispose:"La mente ordinaria è la Via". "Allora dovremmo dirigerci verso di essa o no?" chiese Joshu. "Se cerchi di dirigerti verso di essa, te ne allontani" rispose Nansen. Joshu replicò "Se non proviamo, come possiamo sapere che è la via? Nansen replicò: "La Via non dipende dal sapere o dal non sapere. Sapere è un' illusione; non sapere è vuotezza. Se realmente ottieni la Via del non-dubbio, è come il Grande Vuoto, vasto e senza confini. Come ci può essere allora giusto o sbagliato nella Via?". A queste parole Joshu ebbe un' immediata intuizione. Poema di Mumon. Centinaia di fiori in primavera, la luna in autunno,una brezza fresca d'estate e la neve in inverno. Se non ci sono nuvole vane nella tua mente per te è una buona stagione.

sabato, settembre 01, 2012

Joshu dice "Lava le tue ciotole"

Koan.
Una volta un monaco fece una richiesta a Joshu. "Sono appena entrato nel monastero" disse. "Per favore Maestro dammi istruzioni." Joshu disse "hai fatto colazione?" "sì, l'ho fatta" rispose il monaco. "Allora lava le tue ciotole". Il monaco ebbe un'intuizione. Poema di Mumon. Siccome è così chiaro, Ci vuole tempo per arrivare alla realizzazione. Se capisci all'istante che la luce della candela è fuoco, Il pasto è stato cucinato.

venerdì, agosto 31, 2012

Shakyamuni solleva un fiore

Koan.Tanto tempo fa, quando Colui che è Onorato Universalmente era sul Monte per un Discorso, egli sollevò un fiore davanti all'assemblea. Davanti a ciò tutti rimasero in silenzio. Solo il venerabile Kasho ruppe in un sorriso. Colui che è Onorato Universalmente disse: "Io ho il Vero Dharma che pervade tutto, il Nirvana incomparabile, lo squisito insegnamento della forma senza forma. Non si basa su lettere e si trasmette senza scritture. Io ora lo passo a Maha Kasho".Poema di Mumon. Un fiore è sollevato e il segreto è stato rivelato. Kasho rompe in un sorriso, l'intera assemblea è persa.


                        
                     "Vedere un fiore e diventare quel fiore" calligrafia di Shodo Harada Roshi

giovedì, agosto 30, 2012

"Le Quattro Verità" traduzione e commento di Daichi Zenni

LE QUATTRO VERITA' Prima Verità: Verità del Grande Specchio Perfetto. Questa è la nostra esperienza di come non ci sia separazione tra se stessi e gli altri. Conoscenza diretta oltre ogni ombra di dubbio che non siamo separati da niente. Il fiore è la mia stessa faccia. Seconda Verità: Verità della Natura Universale. Esperienza diretta che tutte le diecimila cose sono uguali ad un unica ed identica Natura di Buddha. Terza Verità: Verità dell'Osservare con Meraviglia. Vedere infallibilmente le precise qualità individuali di ogni persona o cosa che incontriamo. Vedere oltre ogni forma di giudizio, soggettività o attaccamento. Quarta Verità: Verità della Perfezione dell' Attività. Questa è una espressione della nostra innata abilità di sapere e agire simultaneamente. Nel momento in cui percepiamo direttamente, in ogni momento della mente, senza separazione o soggettività, agiamo prima delle formazioni mentali su quello che stiamo percependo. Distinguiamo direttamente qual' è l'azione più necessaria ed appropriata in ogni situazione per alleviare dolore e sofferenza e guidare al Risveglio. Con precisione altrimenti inconcepibile mentalmente, siamo in grado di parlare, agire e relazionarci in ogni momento. Dando vita a queste innate e brillanti Quattro Verità, possiamo essere un sincero e vivo strumento per la liberazione di tutti gli esseri.

mercoledì, marzo 21, 2012

Equinozio di Primavera di S.Harada Roshi

Il 20 Marzo è il giorno di Haru Higan, è la cerimonia dell' inizio della primavera e della commemorazione dei nostri avi.
Higan significa “l'altra sponda”, questa non può essere trovata in nessun luogo se non nella nostra mente. L'altra sponda è il Satori.
Il Satori è il posto dove abbiamo bisogno di andare, per questo pratichiamo Zazen. Quando non abbiamo un corpo come i nostri avi morti, siamo liberi dall'ego, siamo nel Satori.
L'ego si manifesta quando abbiamo un corpo. Attraverso la pratica possiamo dimenticare il corpo e in quell'istante entrare nella mente del Satori. Quando siamo seduti in Zazen, quando spolveriamo, quando puliamo, quando -per un momento- dimentichiamo noi stessi, proprio in quel momento siamo tutt'uno con i nostri avi, con il Buddha.
Possiamo usare il Sussokan, un Mantra per entrare in questo stato mentale. La mente si scioglie unendosi con tutto.

E dopo questa esperienza, dopo essere stati seduti in Zazen, siamo profondamente colmi di gratitudine e cantiamo il Sutra del Cuore per ringraziare i nostri avi. Non c'è bisogno di nominarli tutti. È sufficiente tenerli a mente.
In questo giorno dell'Equinozio di Primavera, facciamo esperienza della via di mezzo, metà nella luce e metà nell'oscurità.
Siccome ne vediamo solo metà, vediamo solo la vita e non vediamo la morte, vediamo solo la luce e non la notte, questo è il motivo per il quale diventiamo confusi.

Ritorniamo a quella mente del Satori in questo giorno, sentendo i nostri avi profondamente nella nostra mente.

giovedì, febbraio 23, 2012

Questa è la vita! di Charlie Chaplin

Quando ho iniziato ad amarmi ho capito che sono sempre, in ogni occasione, nel posto giusto al momento giusto.
E ho capito che tutto quello che succede è giusto e da quel momento in poi sono potuto essere calmo.
Oggi lo so: si chiama FIDUCIA.

Quando ho iniziato ad amarmi ho capito quanto si può offendere qualcuno quando cerco di forzare i miei desideri su questa persona, anche se sapevo che non era il momento giusto e che la persona non era pronta, anche se questa persona ero io.
Oggi lo so: si chiama RISPETTO.

Quando ho iniziato ad amarmi ho potuto riconoscere che le pene emotive e l'avidità sono solo avvertimenti per me di non vivere contro il Vero Sé.
Oggi lo so: si chiama ESSERE AUTENTICAMENTE.

Quando ho iniziato ad amarmi ho smesso di desiderare una vita diversa ed ho potuto vedere che tutto intorno a me era una richiesta di crescita.
Oggi lo so: si chiama MATURITA'.

Quando ho iniziato ad amarmi ho smesso di privarmi del mio tempo libero e ho smesso di fare schizzi per magnifici progetti futuri. Oggi faccio solo ciò che mi diverte e mi dà gioia, ciò che amo e fa ridere il mio cuore, a modo mio e con il mio tempo.
Oggi lo so: si chiama ONESTA'.

Quando ho cominciato ad amarmi sono fuggito da tutto quello che non era sano per me, da cibi, gente, cose, situazioni e da tutto quello che mi buttava giù e mi allontanava da me stesso.
All' inizio lo chiamavo “sano egoismo”, ma oggi lo so: si chiama AMORE DI SE'.

Quando ho iniziato ad amarmi ho smesso di volere avere sempre ragione, anche se non avevo torto.
Oggi lo riconosco: si chiama UMILTA'.

Quando ho iniziato ad amarmi ho smesso di vivere nel passato e di preoccuparmi per il mio futuro. Ora vivo soltanto in questo momento dove TUTTO succede, vivo così ogni giorno e la chiamo CONSAPEVOLEZZA.

Quando ho iniziato ad amarmi ho riconosciuto che i miei pensieri possono rendermi miserabile e malato. Quando invece chiedo forza al mio cuore, la mia mente ottiene un compagno importante.
Oggi chiamo questa connessione SAGGEZZA DEL CUORE.

Non abbiamo bisogno di avere paura delle discussioni, dei conflitti e dei problemi con noi stessi e con gli altri dal momento che persino le stelle qualche volta si scontrano una con l' altra e creano nuovi mondi.
Oggi lo so: QUESTA E' LA VITA!.

domenica, gennaio 01, 2012

Poesia per il nuovo anno di Shodo Harada Roshi

Ryujin Nami wo maki, kenkon wo nomu
Akumu masa ni sameru, shoji no kon
Isshi asshi kisshi ni kakatte, hana sakashima ni kassu
Konshin saiken su, taihei no moto

Il Drago genera grandi onde e inghiotte il cielo e la terra
Le difficoltà ci hanno aperto gli occhi, tranciando le radici della vita e della morte
Schiacciato da una roccia, appeso a una scogliera, il fiore cresce a testa sotto
Il desiderio per una nuova vita nutre la sorgente della Grande Pace


Shodo Harada Roshi-1 gennaio 2012-Sogenji-Japan