Questa
frase viene dal caso N°32 della “Raccolta della roccia blu”.
Nessuno è perfetto, è umano non essere abile nell'affrontare alcune
situazioni. Una volta che sappiamo dove risiedono i nostri errori,
dipende da noi guardarli e lavorarci. Quando Tei Joza era allievo di
Rinzai, gli chiese: “Che cosa è il corpo del Buddha Dharma?”.
Invece di rispondere Rinzai afferrò Tei Joza per i risvolti e lo
colpì. Tei Joza cadde e quasi svenì. Fino a quando faremo
affidamento su spiegazioni e abitudini mentali non potremo conoscere
la vera origine dell'universo. Questi colpi erano uno dei modi con i
quali Rinzai istruiva Tei Joza, un processo vitale al di là delle
spiegazioni. Quando Tei Joza fu appena in grado di sedersi, uno dei
suoi superiori disse: “Prostrati! Il Koan è finito”. Tei Joza
immediatamente si prostrò e per la prima volta vide chiaramente al
di là della comprensione razionale e del giudizio. Aveva praticato
diligentemente, usando la pratica per lavorare sugli aspetti di sé
che sapeva essere immaturi e non sviluppati. Nel dojo faceva
segretamente cose che nessun altro voleva fare, come pulire i
gabinetti o lavare il pavimento. Siccome aveva purificato la sua
mente in questo modo, Tei Joza poteva prostrasi naturalmente, senza
nemmeno pensarci e, passando attraverso tutto questo, una nuova vita
era nata.
(Shodo Harada Roshi , 30 maggio 2018)