venerdì, settembre 05, 2014

Pervading in all Ten directions / Diffondersi nelle dieci direzioni August 15, 2014, 6:50 am ~ by Shodo Harada in news

When you see something, just see it and leave it at that. When you hear something, just hear it and leave it at that. Don't follow after it. Thus when you see a flower, for an instant you perceive it directly, without meditation. You recognize it as a flower, but you don’t add thoughts and opinions to this perception.
An accomplished practitioner can be present in this state any time, but in those for whom the habit of thinking is strong, it usually requires long training to redirect it. If the right motivation is there, however, the effort is never wasted. When consciousness is not blocked the mind gradually opens to direct perception. Direct perception is not some kind of mystical ability, but simply the original function of consciousness. Consciousness in its natural state perceives, not through the filters of thought or analysis, but immediately (that is, without mediation), like a mirror reflecting an image. If there’s a flower there’s a flower, just that. If a bird sings a bird sings, just that. If it rains it rains, just that. If the sky clears the sky clears, just that. Nothing need be added. In our everyday existence the need for social relations and other interactions arises, of course, but direct perception is at the foundation. Zazen is the cultivation of the ability to abide and function in this natural state.
Consciousness cannot be described, of course, as it has no form, yet it extends to the ends of the universe. In the words of Rinzai, “Mind is without form and pervades the ten directions.” Our consciousness reaches to whatever it can perceive, even the young galaxies at the edge of the cosmos that modern science now allows us to see. Because consciousness is in essence empty, if we see a star the star appears in our consciousness; if we see the sun the sun appears in our consciousness; if we see a mountain the mountain appears in our consciousness. It is the nature of mind to freely leave and enter the five sense-gates, seeing, hearing, smelling, tasting, and touching everything in existence and taking in all things just as they are. With the least bit of divisive thought, however, this freely flowing activity is lost. This is the weak point of our way of life in today’s world. Keeping the mirror of our minds free from unnecessary concerns, we must remain open to the direct perception of the world just as it is. This is why we practice zazen.
We are in closest touch with our consciousness in its pure state immediately after sesshin, which is why I always stress to trainees the importance remaining open and aware during this crucial period. Be careful about avoiding distracting thoughts and, even if only for two or three days, take time to interact leisurely with nature, perceiving things as directly as possible. Observe too the workings of your own mind. The true meaning of sesshin lies in this time, when we are most able to take in the world just as it is, free of discriminating thoughts and ideation. In so doing we realize that direct perception expresses the essential nature of mind, and become clearer about how everyday life should be lived.
This is not to say that knowledge and experience should be dismissed, but only that they should not restrict us. We should rely primarily on direct perception, and with that as a basis our knowledge and experience become truly meaningful. Reversing this order transforms knowledge and experience into biases and preconceptions, preventing true awareness. This is particularly true in the realm of human relations. Without awareness, our encounters with others become, in effect, encounters with the preconceived ideas in our minds. This can lead only to our destruction.
We must be very watchful on this point, carefully bringing ourselves as much as possible into alignment with our essential nature. Our consciousness is at all times capable of directly encountering the world around us. This essence of mind is the mind of the Buddha; our minds and Buddha’s mind are one and the same. Nothing could be more precious than this.



Quando vedi qualcosa, guardala semplicemente e lasciala lì. Quando senti qualcosa, sentila semplicemente e lasciala lì. Non andarle appresso. Così quando vedi un fiore per un istante lo percepisci direttamente, senza mediazione. Lo riconosci come un fiore, ma non aggiungi pensieri ed opinioni a questa percezione.
Un praticante esperto può essere presente in questo stato in qualunque momento, ma per coloro per cui l’abitudine di pensare è resistente, solitamente ci vuole una lunga pratica per reindirizzarla. Ma se c’è la giusta motivazione,  gli sforzi non sono sprecati. Quando la coscienza non è bloccata la mente si apre gradualmente verso la percezione diretta. La percezione diretta non è una sorta di abilità mistica, ma semplicemente la funzione originaria della coscienza. La coscienza, nel suo stato naturale, non percepisce attraverso i filtri del pensiero e dell’analisi, ma immediatamente (cioè senza mediazione), come uno specchio riflette un’immagine. Se c’è un fiore c’è un fiore, solo questo. Se un uccello canta un uccello canta, solo questo. Se piove piove, solo questo. Se il cielo si rasserena si rasserena, solo questo. Non bisogna aggiungere nulla. Ovviamente, nella vita quotidiana insorge il bisogno di relazioni sociali e di altre interazioni, ma alla base vi è la percezione diretta. Zazen è coltivare l’abilità di funzionare in questo stato naturale.
La coscienza non può essere descritta, ovviamente, in quanto non ha forma e si estende fino alla fine dell’universo. Con le parole di Rinzai; “La mente è senza forma e pervade le dieci direzioni.” La nostra coscienza raggiunge quello che percepisce, perfino le giovani galassie ai confini del cosmo, che riusciamo a vedere grazie alle scienze moderne. Poiché la coscienza è essenzialmente vuota, se vediamo una stella la stella appare alla nostra coscienza, se vediamo il sole il sole appare alla nostra coscienza, se vediamo una montagna la montagna appare alla nostra coscienza. E’ nella natura della mente entrare e uscire dai cancelli dei cinque sensi, nel vedere, sentire, odorare, gustare e toccare tutto ciò che esiste e nel capire le cose solamente per quel che sono. Ma con il minimo pensiero divisorio, questa attività che  fluisce liberamente si perde. Questo è il punto debole del nostro modo di vivere nel mondo odierno. Tenendo lo specchio delle nostre menti libero da preoccupazioni non necessarie, dobbiamo restare aperti alla percezione diretta del mondo così com’è. Per questo pratichiamo zazen.
Subito dopo una sesshin siamo più a stretto contatto con la nostra coscienza in questo stato puro, per questo motivo sottolineo  ai partecipanti l’importanza di restare aperti e vigili durante questo periodo cruciale. Stare attenti  ad evitare pensieri dispersive e, anche se solo per due o tre giorni, prendersi il tempo di interagire senza fretta con la natura, percependo le cose il più direttamente possibile. Osservare anche il lavoro della propria mente. Il vero significato della sesshin resta in questo tempo, quando siamo maggiormente capaci di capire il mondo così com’è, liberi da pensieri discriminatori e idealizzazioni. Facendo così realizziamo che la percezione diretta esprime la natura essenziale della mente e diventa più chiaro come dovrebbe essere vissuta la vita nel quotidiano.
Questo non vuol dire che la conoscenza e l’esperienza dovrebbero essere  respinte, ma solo che non dovrebbero  limitarci. Dobbiamo contare soprattutto sulla percezione diretta, con questa base la nostra conoscenza e la nostra esperienza diventeranno realmente piene di significato. Capovolgere quest’ordine, trasforma la conoscenza e l’esperienza in pregiudizio e preconcetto, impedendo la vera consapevolezza. Questo è particolarmente vero nelle relazioni umane. Senza consapevolezza, i nostri incontri con gli altri diventano, in effetti, incontri con le idee preconcette nella nostra mente. Questo può portarci solamente verso la distruzione.
Dobbiamo stare molto attenti a questo, cercando di allinearci il più possibile alla nostra natura essenziale. La nostra coscienza è capace di incontrare in ogni momento il mondo che ci circonda. Questa essenza della mente è la mente del Buddha; le nostre menti e la mente di Buddha sono una e la stessa. Niente è più prezioso di questo.

domenica, luglio 27, 2014

Non-Pensiero 9 Luglio2014 - di Shodo Harada Roshi

Una mente sana, naturalmente libera dalle fissazioni è come uno specchio. Non c’è niente nello specchio finché non appare un oggetto che vi si riflette e niente rimane una volta che l’oggetto stesso si allontana. L’oggetto non aggiunge niente allo specchio quando arriva e non gli sottrae niente quando va via. non importa che oggetto sia, non lascia lo specchio né più pulito né più sporco. La percezione immediata della “mente diretta” è simile a questo. La coscienza funziona in questo modo solo quando è in uno stato di vera consapevolezza, aperta alla sua verità interiore.
La mente in questo stato è libera della compulsione a pensare, ma questo non significa che non pensi. Spesso questo punto è frainteso. Spegnere il processo mentale e basta non è altro che una specie di blackout mentale. Qualche volta gli studenti vengono da me e mi dicono: “Non sto pensando!”. Questo va bene se la mente è arrivata naturalmente ad uno stato di riposo nell’immobilità, ma se il processo del pensiero è stato semplicemente soppresso questo non rappresenta niente di più di una cancellazione del sé ed un estinguersi della luce della coscienza e non è di nessuna utilità nella vita di ogni giorno.
E’ possibile naturalmente fermare il pensiero ordinario attraverso la pratica della concentrazione intensa mentre si è seduti in meditazione, come un funambolo che si focalizza solo su quello che sta facendo mentre è sulla corda ma ritorna al suo modo ordinario di pensare una volta che questa azione è finita. La pratica Zen di questo tipo è falsa, conduce ad una specie di vita divisa dove la mente è zittita durante zazen ed autorizzata a vagare per il resto del tempo. Così facendo i due aspetti della vita non saranno in relazione, con la pratica che non funziona fuori dei confini della sala di meditazione.
Zazen non è una soppressione concentrata del pensiero ma piuttosto una consapevolezza così aperta che non rimane presa dalle idee e che non ha bisogno di pensare quando il pensiero non è necessario. Nel suo stato naturale di coscienza la mente fluisce come l’acqua e come l’ acqua se ristagna va a male. Il pensiero analitico può essere necessario quando si considera qualcosa da un punto di vista accademico, ma nella vita di ogni giorno generalmente porta fuori strada.
Piuttosto che cercare di sopprimere il modo ordinario di pensare della mente, il pensiero abitudinario deve essere ridirezionato in modo che la mente cessi di correre dietro l’attività mentale che naturalmente risale dalla coscienza. Come diceva il Maestro Zen Rinzai: “ Non continuare quei pensieri che si sono già presentati e non lasciare presentarsi quelli che ancora non l’ hanno fatto. Questo sarà per te più valido di dieci anni di pellegrinaggi”.

martedì, maggio 27, 2014

Superare l’ansia - 11 maggio 2014 di Shodo Harada Roshi


L’intenzione di vivere una vita a beneficio degli altri esseri viventi è spesso ostacolata dall’ansia che accompagna una mente ancora non completamente stabile. Trascinati dalle circostanze, generiamo ininterrottamente pensieri su bene e male, guadagno e perdita, amore e odio. Questa è la natura del samsara – la nostra esistenza ordinaria segnata da un flusso incessante di pensieri dualistici. Il vortice dei pensieri ci spinge in una direzione e poi in un’altra, sfiancando sia il corpo che la mente. Con l’attenzione costantemente diretta verso le vicende esterne, restiamo interiormente ansiosi ed esauriti.
La profonda ansia che deriva da questo modo di essere può essere risolta solamente per mezzo del “merito di Buddha”, per usare le parole del Sutra di Vimalakirti. Il Buddha a cui ci si riferisce non è qualcosa al di fuori di noi, ma è la verità interiore, l’essenza della saggezza che è immanente in ciascuno di noi. Tuttavia, questa apertura non può essere raggiunta con un mero pensiero concettuale, ma deve essere favorita con la pratica di zazen.
Con la stabilità del corpo, del respiro e della mente arriva una più piena e aperta consapevolezza. Continuando in questo modo, si accumula gradualmente l’energia interiore, proprio come un pallone gonfiato lentamente. Alla fine si sente il basso addome completamente espanso, e tutto il corpo fino ai pori della pelle è impregnato di energia vitale. 
Questa vitalità in continua risalita rimpiazza la malinconia derivante dai nostri vari tipi di ansia e  ci riempie con un sentimento di speranza e possibilità. Questo è il gusto profondo dello zazen. Per assaporarlo dobbiamo restare completamente semplici e aperti – nel momento in cui cerchiamo di crearlo deliberatamente, questo svanisce. Se, invece, poniamo attenzione a ciascun singolo respiro, allora la nostra consapevolezza maturerà naturalmente. Sarà stimolato il nostro desiderio innato di contribuire al benessere della società, e saremo pieni dell’energia che occorre per realizzarlo. La nostra vera aspirazione non è la felicità personale, ma la liberazione di tutta l’umanità.












domenica, maggio 18, 2014

Domande a Shodo Harada Roshi

Q

Cos’è meglio per salvare tutti gli esseri: vivere in un monastero Zen o praticare da laico fuori dal monastero?
March 20, 2014, 4:24 pm


Ognuno ha il proprio modo di esprimersi e di vivere. Piuttosto, cosa intendi con “salvare tutti gli esseri”? Devi fare maggiore attenzione a questo. Ci serve un corpo in salute e una mente stabile per salvare gli altri. Per questo è importante trovare una vera base, risvegliare la saggezza nelle nostre vite e fare esperienza di questo stato mentale stabilizzato. Quindi, con la mente illuminata puoi mischiarti alla gente nella società. Ma da principio la purificazione e il risveglio della nostra vera mente richiede grandi sforzi. Non creare un mondo dualistico parlando di monastero Zen e società, ma mentre vivi nella società, puoi continuare il tuo addestramento, e l’addestramento in un monastero Zen è sentire il dolore e la sofferenza della società e lavorare per la sua purificazione.


5 o 6 volte durante yaza in diverse sesshin il respiro è diventano come una macchina sottile e si è fermato per lunghi periodi. L’espirazione sembrava salire fino alla cresta di un’onda senza nessuno sforzo. Tutti gli oggetti apparivano stabili in maniera molto chiara ma totalmente separati. Gli oggetti non dovrebbero essere percepiti come Uno?
March 18, 2014, 2:42 pm


E’ importante sentire la profondità dello zazen. Diventa l’incoraggiamento a continuare la pratica. Ma non restare lì – tutta la gioia, tutta la stabilità, tutta l’instabilità è ancora creata dalla tua coscienza. C’è anche il mondo delle illusioni. Ci sono immagini che sperimenti quando il tuo zazen diventa più profondo, ma non sono ancora il nocciolo della pratica. Lo scopo è rinfrescare, rinascere, svegliarsi alla saggezza. In quel luogo dove il passato non ti condurrà più di qua e di là. Ritorni allo stato mentale che avevi quando sei nato. Tutte le altre immagini o illusioni sono ostacoli. Per favore non fermarti a metà strada.

Perché creiamo un ego e ci dividiamo in così tanti pezzi?
March 16, 2014, 2:05 pm


L’Ego è molto importante. La scienza dice che dall’età di 16 mesi comprendiamo 1. Dopo 32 mesi comprendiamo 2. Comprendere 1 significa che sperimentiamo tutto l’esistente come se fosse noi stessi. Comprendere 2 significa la divisione tra sé e l’altro. Da lì comincia a svilupparsi l’Ego. Da lì vengono fuori la volontà e i desideri degli esseri umani. E così anche tutta la scienza, l’arte, la cultura ha origine da lì. La società è basata sulla percezione di 2. Se non ci fosse nessun Ego, le capacità umane non si svilupperebbero. Tuttavia vedere che l’Ego appartiene solamente a questo corpo, diventa veramente pesante. Diventa più pesante del peso della terra. Questo perché la nostra saggezza è ancora limitata. A questo punto possiamo crescere socialmente e imparare come usare questo Ego per la società. L’Ego è una grande forza perché avvenga la crescita sociale.


Nel suo teisho ha accennato al raccogliere la concentrazione sulla punta di un ago. Quando faccio questo perdo la connessione con la vasta energia che fluisce. Che devo fare?
March 16, 2014, 1:57 pm


Quando sediamo in zazen, la nostra coscienza è ancora piena di cose che vengono da fuori, e questa ombra senza dubbio persiste. Quando ti concentri nel koan, questa coscienza che permane lentamente si mescola con il koan e diventa il koan. Rimane la sola coscienza ad essere presente e perfino il sé e tutto quel che c’è intorno scompaiono. Entrare in questo stato mentale dove non ci sono ostacoli è chiamato samadhi. Il samadhi è necessario perché ci sia la grande morte. Qualcosa dall’esterno può toccare la tua pura coscienza e aprire un varco. Per la prima volta la tua coscienza può rinascere. La spiegazione teorica per questa esperienza è detta la coscienza della coscienza diventa cosciente di se stessa. Solo se puoi evadere da questo samadhi puoi fare esperienza della grande morte con la rinascita della tua coscienza. Questa è la volta in cui non occorre più alcun dualismo, quando puoi sperimentare la tua pura coscienza.

Quando medito la sera sono pieno di energia e ho difficoltà a dormire la notte. Quando medito al mattino mi addormento durante la meditazione e rimango molto stanco. Perché lo stato in cui medito, energico o assonnato, influenza come mi sento dopo?
March 13, 2014, 1:57 pm


Forse sei una persona notturna e il tuo ritmo giornaliero è di stare sveglio fino a tardi. Le persone che vanno a letto tardi hanno difficoltà con lo zazen del mattino. Gli orari di pratica in un monastero sono più adatti alle persone che vanno a letto presto e si svegliano presto. Se tu stessi in un monastero anche solo un mese, il tuo ritmo naturale cambierebbe, in quanto esseri umani viviamo di abitudini, e queste possono essere cambiate. In monastero ci si sveglia alle 3:40 del mattino, poi io vado a letto intorno alle 11 di sera e mi sveglio alle 2 del mattino in modo da avere il tempo, prima che cominci il programma del monastero, per aumentare la mia energia, e quindi alle 4 sono sveglio per i sutra del mattino. Il ritmo va seguito giornalmente, o è difficile cambiare.


Anche se pratico da un po’ di tempo, trovo impossibile sentire il tanden. Come si dovrebbe sentire questa parte 3/5 cm sotto l’ombelico?
March 13, 2014, 7:03 am

Non è difficile. Certo cercare e trovare un tanden con la testa non funziona. Quando sollevi una cosa pesante, hai bisogno della forza del tuo tanden per farlo. Sedere, camminare, dormire, tutti i movimenti sono supportati dal Tanden. Ci sono fasce muscolari davanti al basso addome e attorno alla parte bassa della schiena, che sono il supporto per tutti i movimenti del corpo. Il sangue, che porta nutrimento e ossigeno a tutte le cellule del nostro corpo, è pompato dal cuore. I polmoni esalano diossido di carbonio e ricevono ossigeno fresco. I polmoni non possono muoversi da soli, ma vengono compressi e rilasciati dal diaframma. Il diaframma è molto sensibile alla tensione e alla pressione, e quel che supporta il diaframma nel suo salutare lavoro è il tanden. Quando espiri, espiri fino a che l’addome si appiattisce, per poi semplicemente lasciare che l’inspirazione venga da sé. Così sentirai una inspirazione stabile e soddisfacente, che è possibile grazie alla forza del tanden. Piuttosto che pensarci, sperimentalo.

Quando ci si siede profondamente in pace durante una sesshin, si può sentire la necessità di essere gentili con se stessi e con gli altri, con gli animali, le porte e le nostre ciotole. In quel momento non sembra corretto andare al sanzen giusto per cacciare un urlo per mostrare la mia forza, E’ sbagliato?
March 7, 2014, 3:02 pm


Sentirsi in pace è un buon stato mentale, anche se quel che vedi scaturisce dai tuoi pensieri. Ecco perché ti sembra che il MU si inserisca nei tuoi pensieri. Questo non è tagliare le radici della vita. Occorre che tagliamo questa radice per sfondare il muro del nostro ego. E’ ancora presente il dualismo. Mi piace, non mi piace, vincita, perdita, buono, cattivo – queste visoni dualistiche non possono liberarti. Ti prego di fare attenzione a questo.

Quando medito mi sembra di diventare più introverso e passivo e mi sento bloccato dentro. Mi piace meditare ma non mi piace questo stato. Sento che la meditazione dovrebbe condurmi a una maggiore sintonia con l’esterno, ma non so come farlo. Qualche suggerimento?
March 3, 2014, 2:22 pm


Nel nostro subconscio sono immagazzinati molti pensieri e memorie. Purificarli è quel che si fa con Zazen. Usiamo il respiro, i koan per risvegliare la nostra coscienza. Quando ci concentriamo sul respiro, siamo meno sballottati dalla nostra coscienza. Ma dobbiamo concentraci completamente o non funziona.



Cosa vuole evidenziare Hakuin con queste parole: “Il cancello dell’unione di causa ed effetto in questo modo viene aperto”?
February 25, 2014, 7:49 pm


In quanto esseri umani la nostra mente è piena di pensieri e preoccupazioni, ma è solo perché siamo bloccati sul nostro ego che crediamo che sia una cosa terribile e difficile. Quando sediamo in zazen e sperimentiamo la nostra vera natura, realizziamo che la mente vuota è la nostra vera natura, la Natura di Buddha. A partire da ciò siamo capaci di accettare questa vita nel modo in cui è e vedere che il nostro ego è solo un’illusione. Se vi restiamo impantanati, nel volere questo e quello, passando dall’agitazione alla gioia, non possiamo vedere che in tutte queste cose non c’è nulla della vera essenza. “… realizziamo chiaramente che la Natura del Sé è una non natura. Allora saremo andati ben oltre la pigra speculazione.” Smetteremo di preoccuparci di questo e di quello - tutti i dubbi saranno scomparsi. Questa è l’esperienza fondamentale che viene espressa dalle parole “Il cancello dell’unione di causa ed effetto in questo modo viene aperto”. Questa è l’espressione logica di questa esperienza: la saggezza di Buddha può essere trovata solo in noi stessi.
Possiamo vederlo da noi stessi che non siamo insignificanti, ma quando non c’è nulla nella mia mente, allora questa è la saggezza del Buddha, che non può essere trovata altrove, né essere conseguita con l’addestramento. Causa ed effetto sono una cosa, sono la saggezza del Buddha che stiamo cercando. Il cancello è aperto poiché non c’è più alcun bisogno di cercare all’esterno, il cancello della saggezza adesso è aperto. E da ciò comprendiamo che la nostra mente è sempre stata aperta. Non dobbiamo andare di qua e di là e lavorare duramente per farlo, ma proprio qui è dove possiamo trovare la saggezza del Buddha dentro la nostra mente.
Hakuin prende queste parole dai sutra, dove si dice: “Se vuoi conoscere il passato, guarda il presente. Se vuoi conoscere il futuro, guarda il presente.” Cosa possiamo imparare da queste parole, come vivere in base a questo? Ogni giorno, ogni momento, vivere ciascun istante più pienamente possibile. Come si diceva anticamente: “Camminare costantemente come un bue. La strada non è breve, ma se stiamo con il nostro cammino, allora arriveremo salvi. Persino una strada lunga può essere percorsa.” – o – “Questo autunno non si sa se pioverà o ci sarà tempesta, quando il contadino lavora nei campi non si preoccupa se il suo raccolto sarà colpito dalla pioggia o dalla tempesta, anche se questo dovesse accadere, adesso bisogna lavorare su questo campo. Forse non tutti i risultati saranno buoni, ma questo non significa che si debba smettere di impegnarsi.”
Questo non può essere afferrato per mezzo di una comprensione intellettuale, ma guardando alla propria vita in ogni momento, senza farsi confondere dai pensieri. Chi vive in questo modo vedrà arrivare risultati conformi.

Pensa che sia meglio avvicinarsi a zazen in modo calmo e rilassato o in maniera più determinate ed energica? Per esempio se prima di una sessione di zazen prendo un impegno saldo di non togliere l’attenzione dal respiro a qualunque costo, va bene o è un modo di pensare sbagliato?
February 21, 2014, 1:03 pm


Il samadhi del respiro è sempre samadhi. Non inizia né finisce, per questo è chiamato samadhi. Non c’è nessun inizio o fine in Zazen. L’insegnamento Zen del nostro lignaggio è: Muoversi è Zen, sedersi è Zen, tutti i movimenti sono fonte di stabilità naturale per il nostro corpo”. Questo è stato il samadhi di zazen per il Buddha e per tutti i patriarchi.
Susoku Zanmai wa Itsudemo Zanmai desu. Hajimattari Yasundari Owattari shinai koto ga Zanmai desu.Zazen no Haji me Owari mo Nai no ga Zazen desu. Busso Shoden no Zazen wa "DO mo mata ZEN, ZA mo mata ZEN, GO MOKU DOJO TAI ANNEN" kore ga Oshaka sama Irai Soshigata no ZAZEN ZANMAI desu


giovedì, maggio 15, 2014

La cosa più importante


Da  Faith in Mind: A Guide to Ch'an Practice by Master Sheng-Yen, reprinted with permission from Dharma Drum Publications.

La cosa più importante nella pratica è essere naturali e spontanei. Essere naturali non significa trascurare tutto. Richiede un’attenzione accurata. In meditazione dovreste sedere in una postura naturale e usare la mente in modo naturale. Sedere in una postura naturale significa sedere semplicemente diritti. E’ naturale se siete comodi quando assumete per la prima volta la postura seduta, anche se dopo avete dolore alle gambe. Non è naturale, comunque, sedere curvati in avanti o inclinati lateralmente, o con la testa piegata indietro. Una postura naturale deve seguire le vostre esigenze fisiologiche. Non è naturale irrigidire i muscoli dello stomaco o raddrizzare la schiena portando in fuori il petto.
Usare la mente in modo naturale significa evitare di cercare di controllarla. Più cercate di controllare la mente, più i pensieri vaganti sopraggiungeranno per infastidirvi. Infatti, il maggior timore per i pensieri vaganti è un altro pensiero vagante. Quindi, se avete molti pensieri vaganti, consideratelo un fenomeno naturale e non disprezzatelo. Ma d’altra parte anche lasciarsi andare completamente ad un flusso di pensieri vaganti, non è corretto. Qual è l’approccio migliore? Prestare attenzione al metodo. Se fate così, i pensieri vaganti si ridurranno al minimo. Non è che non sorgeranno, ma non ve ne preoccuperete. Se davvero farete attenzione al metodo, sarete consapevoli di un pensiero vagante non appena sorgerà. Non appena arriverà, lo lascerete andare. Non spaventatevi del fatto che un altro pensiero lo possa seguire. Quella paura sarà un altro pensiero vagante. È come una persona che sta trasportando una catasta di ciotole. Se qualcuno le dice: “Fai attenzione! Stai per farle cadere!” le farà cadere: Ma se nessuno dirà niente, semplicemente proseguirà.
Non aver paura del fallimento. Qualunque cosa sia accaduta nel passato è passata; non preoccupatevi che accada di nuovo. Prima di riscontrare successo, il fallimento è naturale e necessario. Quando un bambino impara a camminare, non fa altro che cadere. E’ un fallimento? Lungo la nostra vita andiamo incontro a simili processi: andando a scuola, inseguendo una carriera, praticando Ch’an. Dopo il mio primo libro, qualcuno mi disse: “Adesso hai ottenuto un successo.” Io ho risposto: “No. Quel libro è stato un fallimento. Lo scriverei molto meglio se dovessi farlo di nuovo.” E’ lo stesso con la pratica; non c’è mai una conclusione di successo. Quando stai lavorando duro, il fallimento è naturale. Se non hai mai fallito, non hai mai provato.
D’altra parte, non dovreste avere un’attitudine disfattista e pensare:  “Fintantoché fallirò, fatemi fallire.” Secondo il Buddhismo niente può essere un successo. Se foste eletti presidente degli Stati Uniti, sarebbe un successo? Più tardi è probabile che sareste criticati e definiti un fallimento. Perfino il presidente Lincoln probabilmente considerò se stesso un fallimento. E’ naturale. E’ quando non ti senti apprezzato che ti sforzi. Quando non hai più bisogno di sforzarti, quello è il successo o liberazione. A quel punto non ci sono più fastidi. Tuttavia non hai gettato via i fastidi né afferrato la liberazione. Tenere stretta l’illuminazione e tenere lontano i fastidi, non è il vero stato naturale.
Seguire la propria natura, in questo senso, non è la stessa cosa che seguire le proprie abitudini o i propri capricci come nell’espressione “sii naturale”. Natura qui è riferito alla natura di sé o Natura di Buddha. Alcune persone pensano di diventare Buddha attraverso la meditazione. Questo è sbagliato. Il potenziale della Buddhità e dentro la propria natura. Se fosse vero che la Buddhità dipende dalla meditazione, se smettessi di meditare dopo essere diventato un Buddha, diventeresti nuovamente una persona comune. L’obiettivo della pratica è di essere in accordo con il modo naturale, in modo che la tua vera natura possa manifestarsi da sé. Praticare semplicemente secondo i metodi insegnati dal Buddha e non preoccuparsi di avere successo. Il Sutra del Cuore dice: “Non c’è saggezza né conseguimento.” Sebbene la pratica possa essere impegnativa, perfino dolorosa fisicamente, se il vostro cuore è sereno, niente vi darà fastidio. Un approccio sereno non significa non curarsi della pratica; significa considerare naturale tutto quel che accade. Può esserci qualche dolore, ma non ci sarà sofferenza. Non c’è niente nella vostra mente che non potete mettere via.
Il maestro Sheng-Yen è il Maestro Residente del Ch’an Meditation Center di Elmhurst, New York.  Tratto da Credere nella Mente. Una guida alla pratica Ch’an. 

mercoledì, maggio 07, 2014

Libertà della Mente di Shodo Harada Roshi - 6 maggio 2014




Manura Sonja, il ventiduesimo antenato Indiano, nel suo verso di trasmissione dell’ insegnamento scrive:

La mente ruota con i suoi dintorni,
Un ruotare che è veramente profondo;
Percepisci la natura della mente dentro questo flusso,
E non c’è né gioia né dolore.

Questo verso ci dice che una mente vitale, una mente che è veramente consapevole, è una che si muove all’unisono con questo mondo, sta in piedi quando il mondo sta in piedi, si siede quando il mondo siede, cammina quando il mondo cammina.  Inoltre ”non c’è né gioia né dolore” significa che anche se la mente vede, ascolta, odora e assaggia non possiede niente dentro di sé.
L’abitudine usuale della mente è di attaccarsi ad oggetti esterni. Ingannata dal mondo esterno diventa in effetti schiava di ciò che vede e sente. Quando siamo usati dalle cose del mondo in questo modo perdiamo di vista la nostra interna autenticità e presenza. Ciò non contribuisce per niente alla nostra vera felicità e non ha niente a che fare con gioia e dolore genuini. Per la mente “non possedere niente all’interno” significa che ha lasciato cadere la sua abitudine di attaccarsi alle cose esterne e non è più guidata dalle circostanze.

domenica, maggio 04, 2014

La Vera Consapevolezza di Shodo Harada Roshi - 2 maggio 2014


C’è una rivoluzione interna che avviene quando spostiamo l’attenzione dal cercare risposte all’esterno per cercare invece la realizzazione all’interno. Cercare all’esterno ci conduce solo ad ulteriori pensieri e confusione, mentre volgersi all’interno e lasciare andare tutti i pensieri che si presentano uno dopo l’altro, è la vera via per risolvere le nostre ansie più profonde. La produzione di pensieri è un tipo di abitudine e così anche lasciare andare i pensieri può diventare un’abitudine, un’ abitudine che gradualmente dissolve il nostro profondo attaccamento al processo del pensare.
Con il cessare naturale del pensiero compulsivo arriva il sorgere della vera consapevolezza (shonen sozoku in Giapponese). La vera consapevolezza non è confinata allo Zazen,  ma può ispirare tutto quello che facciamo, proprio qui, proprio ora, sia che ci sediamo o lavoriamo o qualsiasi altra cosa. Con la vera consapevolezza la nostra coscienza solitamente distratta e dispersa, gradualmente si chiarifica e noi stessi diventiamo vividamente presenti in tutto quello che facciamo con la nostra piena attenzione su tutto quello che abbiamo davanti. Quando lavoriamo siamo totalmente uno con il lavorare, quando meditiamo siamo completamente uno con il meditare, quando mangiamo siamo totalmente uno con il mangiare. E’ lo stesso per qualsiasi cosa facciamo.
Questo stato di coscienza senza confini appare con il placarsi della mente dispersa.
La liberazione dalla paura che accompagna questo è un risultato, non della fede in qualche potere esterno, ma del risvegliarsi alla verità immanente della mente. Questa è il delineamento essenziale della liberazione nel Buddismo, in particolare nello Zen.


sabato, aprile 26, 2014

Yosai Zenji 栄西禅士 di ShoE - 26 aprile 2014


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Questo è l’anno della commemorazione dell’800esimo anno di Yosai Zenji (anticamente chiamato Eisai Zenji). Sono programmate per quest’evento grandi celebrazioni, la prima il 26 aprile ad Okayama, che è la città natale di Yosai Zenji e in autunno a Kenninji, il monastero dove insegnò e dove morì.
Più di 800 anni fa il Buddismo Zen Rinzai fu portato dalla Cina al Giappone da Yosai Zenji. ecco un suo famoso insegnamento:

Grande invero è la Mente! L’altezza del cielo é incommensurabile, ma la Mente sale sopra il cielo; anche la profondità della terra è insondabile, ma la Mente arriva sotto la terra. La luce del sole e della luna non può essere superata, ma la Mente passa al di là della luce del sole e della luna. L’universo è senza limiti, ma la Mente viaggia al di là dell’universo. Sebbene si riferisca allo Spazio, o all’energia Primaria che dà origine alle miriadi di esistenze,è la mente stessa che circonda lo Spazio e genera l’Energia Primaria. A causa di ciò, il cielo dà riparo dall’alto e la terra supporta da sotto. A causa di ciò, il sole e la la luna ruotano, le quattro stagioni cambiano e tutte le cose sono generate. Grande invero è la Mente.

Esternamente, in conformità all’insegnamento Tendai, la Natura di Buddha è sempre presente attraverso l’aiuto dei precetti. Internamente, La Mente si unisce alla visione del prajna che il risveglio si ottiene attraverso la saggezza.
Quest’analisi finale è l’insegnamento della scuola Zen.

giovedì, marzo 20, 2014

Primavera di Shodo Harada Roshi


Un vecchio contadino coglie un fiore ed è primavera nel mondo
La fonte di questa frase si trova nella Raccolta di Rinzai: “Il pino è verde per mille anni. Un vecchio contadino raccoglie un fiore ed è primavera nel mondo.” Il pino, anche nella stagione più fredda, conserva il suo intenso colore verde. Il suo colore è così persistente che lo chiamiamo sempreverde. Proprio perché rimane verde in tutte le stagioni, il pino viene usato come simbolo di ciò che non cambia. Ma anche se il suo colore sembra che non cambi, l’albero stesso cambia. E’ sempre in evoluzione e crescita; semplicemente non subisce il processo di caduta della foglie vecchie e di rinascita delle nuove, come fanno gli alberi decidui con il loro rinverdire stagionale.
Nei tempi antichi, i pini venivano piantati sui crinali delle montagne allo scopo di segnare le linee di confine. I rami robusti di questi vecchi alberi, vissuti così tanto, danno un senso di solennità e una sensazione di lunga durata e grande stabilità, anche se visti da lontano.
Questi vecchi pini, non è solo perché non darebbero buona legna che non vengono tagliati. Questi vecchi pini sono come persone anziane, che crescono in mezzo alle dure condizioni di quel che accade attorno a loro, come le situazioni problematiche di una vita impegnativa.
Le persone che sono vissute fino ad età avanzata dicono: “Non bisogna essere troppo preoccupati e infastiditi dalle cose, ma bisogna imparare a fidarsi.” Non preoccuparsi delle cose non significa non avere uno scopo, e nemmeno vivere con noncuranza e in maniera apatica. Queste persone hanno vissuto vite con precise demarcazioni, osservando con chiarezza e attenzione i cambiamenti naturali. Allo stesso modo, con i loro corpi e le loro azioni, hanno mostrato come vivere bene alle persone che li circondano.
Il Buddha disse nel Dhammapada:
Osservate questo:
Per le persone anziane quel che è più importante è una vita lunga, bellezza, gioia ed energia.
E’ importante mettere in evidenza le maniere corrette, un buon comportamento e vivere secondo la nostra mente naturale. Dobbiamo avere un profondo rispetto per chi ha una grande esperienza. Ma la bellezza, la gioia e l’energia sono altrettanto importanti quanto una vita lunga. Chi vive in questo modo verrà rispettato da molte persone. Una vita lunga, cosa che pressoché tutti vorrebbero avere, è qualcosa che è difficile pianificare e che non possiamo decidere di produrre. Tuttavia, coloro che vivono una lunga vita fanno sapere agli altri che vivere una lunga vita è possibile.
Dobbiamo anche prefiggerci di realizzare questi quattro valori dati dal Buddha. Il più importante è l’energia vitale. Anche se abbiamo competenze e abilità sociali e saggezza e siamo famosi e molto ricchi, per essere capaci di usare tutto ciò dobbiamo vivere una vita lunga. Chi ha vissuto per tanto tempo può dire, dalla prospettiva di un’età di novanta anni: “Questi cinquantenni, sessantenni, settantenni sono dei mocciosi. Solo quando si raggiungono gli ottanta anni la vita comincia realmente.” Un novantenne ha detto queste parole per incoraggiare i più giovani. Per lui chi ha cinquanta o sessanta anni è ancora un novellino acerbo. Solo dopo gli ottanta si comincia a maturare del tutto.
Tutti voi, se volete dire qualcosa sulla vita, mettetecela tutta, con la più profonda fede dell’uomo, per diventare almeno ottantenni. Sapendo che comincia dall’età di ottant’anni, non puoi perderti per qualcosa di più piccolo. Comincia dall’età di ottant’anni! Questo è il punto di vista di un ottantenne. Questo ci dà la forza di dire: “Non perderò tempo!” Questa è la forza e l’energia di cui parla il Buddha.
Il Buddha ha parlato anche della bellezza. Gli uomini invecchiando possono perdere la bellezza fisica, ma le persone più vecchie hanno una bellezza spirituale più grande. Ovviamente questa bellezza deriva non dal vivere ma dall’attraversare sfide, dal lasciare andare i desideri, e dal ringraziare per tutto ciò che dà la natura. Scegliamo di abbracciare la mente più grande del Buddha e di Dio e di sentire gratitudine per tutte le cose in quanto grazia di Buddha. Vediamo chiaramente che è da lì che viene tutto. Da quella incessante gratitudine e umiltà viene il profondo amore umano che abbraccia tutto e la compassione di chi ha vissuto molto tempo. Una persona così non conosce egoismo. Conosciamo questo sentimento di gratitudine semplicemente stando alla presenza di persone del genere. Vivendo senza pensieri estranei, queste persone funzionano grazie a quella chiarezza e virtù.
La loro gioia va insieme a questo genere di bellezza. Non possiamo diventare melanconici appena diventiamo vecchi. L’aver avuto così tanta esperienza dovrebbe portarci una grande gioia. Quando siamo in presenza di persone in difficoltà, dovremmo essere capaci di portare loro abbondanza di spirito e aiutarli a realizzare una tranquillità pacata e duratura. Quando guardiamo il viso di una persona anziana non abbiamo nemmeno bisogno che ascolti i nostri problemi; solo a starvi insieme ci sentiamo confortati. “Un vecchio contadino coglie un fiore ed è primavera nel mondo.”
La mente quieta di una persona anziana è come la primavera, e questo è lo stato mentale che ognuno vuole realizzare. Il Buddhismo è avere fiducia e credere nelle persone. Mostriamo rispetto per l’età avanzata e per la vita eterna, non uccidere se non ve n’è bisogno e non affrettarsi se non ve n’è bisogno. Se siamo puri e limpidi nei nostri pensieri e nelle nostre azioni, allora la nostra vita sarà quella di una persona di vera virtù e profondo carattere. Questa persona vivrà per molto tempo. Diventeremo sempre più luminosi e manifesti e la nostra forza del sentiero sarà sempre più chiara, poiché ormai niente ci sposterà di qua e di là. Questa è la bellezza, l’energia e la gioia.
Se non ci attaccheremo a niente, e non saremo più mossi di qua e di là da nulla, allora vedremo che questo corpo reale è il corpo del Buddha, e troveremo la primavera in tutto il mondo.



sabato, marzo 01, 2014

Domande a Shodo Harada Roshi



During sesshin meditation retreat there is samu practical work Could you give some pointers to how do samu not the work of the hands but of how to use the mind please.

Durante i ritiri di meditazione, sesshin, si fa il samu, lavoro manuale. Per piacere, può darmi qualche indicazione su come usare la mente nel fare il samu? 
January 11, 2014, 8:16 pm

When sitting in the Zendo the seated posture is a good support for your mind. Do not get fooled though by that silence. There are those who follow thoughts, those who intoxiacte themselves, those who have a good concentration at the beginning but then get weaker - there are many types of people. To really be able to sit until you forget your body in the surroundings is rarely possible. Hakuin Zenji said: The practice in daily life is worth 10.000 times then the sitting practice. You need your complete concentration to become one with the work. Yet working on concentration during samu strengthens your concentration of zazen a lot faster. To not mix in unnecessary thoughts works well. When there are other thoughts entering, it is hard to do the work well. That is why it is possible during concentration in daily work to suddenly encounter your true life energy.

Quando si siede nello Zendo la postura seduta è un buon supporto per la mente. Ma non fatevi ingannare da quel silenzio. Vi sono quelli che seguono i pensieri, quelli che si inebriano, quelli che hanno una buona concentrazione all’inizio che poi si indebolisce – ci sono molti tipi di persone. Essere realmente capaci di sedere fino a dimenticare il corpo nell’ambiente è possibile raramente. Hakuin Zenji disse: “La pratica nella vita quotidiana vale 10.000 volte la pratica seduta. Hai bisogno di una concentrazione completa per diventare uno con il lavoro. Quindi lavorare sulla concentrazione durante il samu rinforza la tua concentrazione in zazen molto più velocemente. Non invischiarsi in pensieri non necessari funziona bene. Quando entrano pensieri estranei è difficile lavorare bene. Per questo è possibile durante la concentrazione nel lavoro quotidiano incontrare la propria energia vitale vera.


In one sesshin I attended there were only two required sanzen. The first and the last. In home practice there is no sanzen. What are your thoughts on this?

In una sesshin a cui ho partecipato c’erano solo due sanzen a richiesta. Il primo e l’ultimo. Nella pratica a casa non c’è il sanzen. Qual è la sua opinione su questo argomento? 
January 11, 2014, 3:03 pm

Sanzen is a mirror that is reflecting you. Actually everything in this world is your mirror. That is why we ask: Who sees? Who hears? Who stands? Who sits? It is this world outside that constantly is teaching us who we are. Don´t get used by the idea of these being only objects. In this way you are constantly doing sanzen.

Sanzen è uno specchio che ti riflette. In realtà ogni cosa nel mondo è il vostro specchio. Per questo ci chiediamo: Chi vede? Chi sente? Chi sta? Chi siede? E’ il mondo esterno che ci insegna costantemente chi siamo. Non abituatevi all’idea che siano solo oggetti. In questo modo state facendo costantemente sanzen.


I have suffered with anxiety and panic attacks for many years...mostly the situations i fear never happen but i cant stop worrying Is it safe to do basic meditation if you have such mind problems? I don't want to make things worse.

Soffro di ansia e attacchi di panico da molti anni … per lo più le situazioni di cui ho paura non si avverano, ma non posso fare a meno di preoccuparmi. E’ sicuro fare la meditazione di base se si hanno questi problemi mentali? Non vorrei peggiorare le cose.
January 8, 2014, 9:16 pm

If you do not want to make your condition worse, rather than sitting zazen for a long time, it would be best to do "one breath zazen". Letting go of the tension in your shoulders, chest, arms, diaphragm, even if it feels a bit difficult at the beginning, to exhale to the point where you feel that you cannot exhale further. Practice exhaling. If you can exhale to the very end of your breath, you will feel how your head becomes more and more empty, free from unsettling feelings.

Se non vuoi peggiore la tua condizione, piuttosto che sedere in zazen per un lungo periodo, sarebbe meglio fare “zazen di un respiro”. Lascia andare la tensione delle spalle, del petto, delle braccia, del diaframma, anche se sembra un tantino difficile all’inizio, espira fino al punto in cui senti di non potere espirare oltre. Pratica l’espirazione. Se puoi espirare fino alla fine del tuo respiro, sentirai come la tua testa diventa sempre più vuota, libera da sensazioni inquietanti. 


What is the best way to quieten the mind during zazen? Thoughts just drive you crazy at times. Please advise.

Qual è il miglior modo per calmare la mente durante zazen? A volte i pensieri ci fanno impazzire. Mi può dare un consiglio?
January 3, 2014, 3:21 pm

In daily life we live a life based on thoughts. That is why we constantly think in the midst of our busy life. And then when we sit, it is as if we concentrate on creating even more thoughts. To cut those, isn´t that zazen ? If you pay attention to them, they are overwhelming and there is no end to them. Yet sitting and seeing how overwhelming they can be at times, if you decide it gets too much and give up, that is the end to this. So concentrate on your breathing, feel your actual breathing. To not pay attention to the thoughts is correct zazen. You cannot sit half thinking half breathing. You need to put your life on the line, or else you are wasting your time. From the top of your head to the ground under your feet, you need to throw all of it into your concentration. Like Shido Muman Zenji said: "While being alive to die and to die completely and then everything you do is good." Please keep repeating this to yourself and I pray for your continued efforts.

Nella vita quotidiana viviamo un’esistenza basata sui pensieri. Ecco perché pensiamo costantemente durante la nostra vita indaffarata. Poi quando ci sediamo, è come se ci concentrassimo a produrre ancora più pensieri. Tagliarli, non è questo zazen? Se vi presti attenzione, i pensieri ti sopraffanno e non finiscono più. Invece sedendo e osservando come possano essere soverchianti a volte, se decidi che è troppo e li lasci perdere, questo è il modo di porvi fine. Concentrati sul tuo respiro, senti il tuo vero respiro. Non prestare attenzione ai pensieri è zazen corretto. Non puoi sedere metà pensando e metà respirando. Hai bisogno di mettere in riga la tua vita, altrimenti stai perdendo tempo. Dalla cima della testa fino a terra sotto i tuoi piedi, devi infilare tutto dentro la tua concentrazione. Come disse Shido Muman Zenji: “Morire mentre si è vivi e morire completamente, allora qualunque cosa farai sarà buona.” Per piacere continuate a ripetervi questa cosa e io pregherò che voi continuiate i vostri sforzi.


Since meeting you and experiencing a Sesshin for the first time I haven't been able to adjust to my life in society. I used to have doubts but I know I'm here to awaken. I know If i commit to becoming a monk it will be the rest of my life. How do I find the strength to leave my family forever?

Da quando l’ho incontrata e ho fatto la mia prima esperienza di una Sesshin non sono stato capace di adeguare la mia vita nella società. Sono abituato ad avere dubbi, ma so che sono qui per risvegliarmi. So che se prendo l’impegno di diventare monaco sarà per il resto della mia vita. Come posso trovare la forza di lasciare la mia famiglia per sempre?
December 30, 2013, 6:40 pm

People have karmic chances in their life. These karmic conditions are not something that ties us down, but we also cannot ignore them. It is the meeting between people. The most important point on the Buddha´s path is to not ignore reality, meaning that you cannot destroy the karmic chance which was given to you. But rather look, how can you use this karmic situation in the best possible way for awakening, for that you need to make efforts. Not throwing your family away, but supporting your family, and at the same time making your path and wish for awakening reality. There was the lay practitioner Hokoji, who became awakened with his whole family. In the same way you can make efforts to support your family on their path of realization and work on your own at the same time.

Le persone hanno situazioni karmiche nelle loro vite. Queste condizioni karmiche non ci tengono legati mani e piedi, ma non possiamo ignorarle. E’ l’incontro tra le persone. Il punto più importante lungo il sentiero di Buddha è non ignorare la realtà, il che significa che non puoi distruggere le situazioni karmiche che ti sono state date. Ma piuttosto guardare come usare la situazione karmica nel miglior modo possibile per ottenere il risveglio, dovi impegnarti in questa direzione. Non gettare via la tua famiglia, ma supportarla, e nello stesso tempo fare il tuo percorso e sperare nel risveglio nella realtà. Ci fu un praticante laico, Hokoji, che ebbe il risveglio con tutta la sua famiglia. Allo stesso modo puoi fare lo sforzo di supportare la tua famigliam, lungo il suo percorso di realizzazione, e contemporaneamente lavorare sul tuo.


In the good article on Keisaku on this site it is written 'to not allow anyone to be sitting in a half hearted manner.' and 'This circuit is the best time to correct untidy postures.' When and how shall a Keisaku person interfere with half hearted sitting or untidy position?

Nel bell'articolo sul Keisaku pubblicato su questo sito vi è scritto "non permettere a nessuno di stare seduto in maniera svogliata" e " questo giro è il momento miglioe per correggere posture scomposte". Quando e come può il keisaku interferire con sedute svogliate o posizioni scomposte?
December 29, 2013, 1:33 pm

In a Zen dojo this is clearly decided: When the person carrying the Keisaku - Junkei - is doing the first quick walking round, during this time the posture can be corrected. If the back is not straight and slumped backwards, the Keisaku can be placed behind the person´s back in order to help straighten it. Often when sitting long hours, one is not aware of one´s posture anymore. During the actual round of zazen when walking slowly with the Keisaku, a touch with the Keisaku on one shoulder can remind the person to return to intensity in sitting and not sitting half heartedly.

Questa cosa, in un dojo Zen, è stabilita chiaramente: Quando la persona che porta il Keisaku - Junkei - fa il primo giro veloce, in questo momento può essere corretta la postura. Se la schiena non è dritta ed è curvata all'indietro, per aiutare la persona a raddrizzarla, il Keisaku può essere posto dietro la sua schiena. Spesso, quando si sta seduti per lunghe ore, non si è più consapevoli della propria postura. Durante l'effettivo giro di zazen nel camminare lentamente con il keisaku, un tocco con il keisaku su una spalla può ricordare alla persona di tornare alla concentrazione della seduta e non sedere svogliatamente.


What is the mind in Zen and what is it's connection to the brain? Is the mind more than the brain and does the mind continue after brain death ?

Cos’è la mente nello Zen e qual è la sua connessione con il cervello? La mente è al di sopra del cervello e la mente sopravvive alla morte del cervello? 
December 28, 2013, 1:07 pm

We all have a physical body. Our brain is in our head. In order to make decisions, we use our brain cell activity. That is why the brain is part of the physical body. Yet if we are asked to show where our mind is, our enlightened or unenlightened mind, we don´t know how to respond. The mind expresses itself through the physical body, yet that is not where it actually can be found. When we are sad, tears roll down our face. That is because a sad situation stimulated our body and nervous system and the result are those tears. When we get upset, our nervous system gets triggered and our face becomes red, our muscles harden. Yet when we cool down, nothing of these expressions remain. Our mind had no form, that is the true expression of mind, being without form. 
Our mind without form does not die even when our brain dies. Something that is of form, all that is of form, will eventually die. Yet something that is not born, that does not have a form, also will not decay and die. From the olden days, philosophy and religion were the way to express this mind. God and the devil are two sides of our mind. The 6th Patriarch after Bodhidharuma when hearing these words from a sutra became enlightened: "While residing nowhere constantly expressing freely" Our mind has no form. When filled with joy, we express our joy. When sad we feel sadness. Yet when that state is gone, nothing remains. If we have too many thoughts, we easily get confused by them. If we continue that state of too many extraneous thoughts, then even our body can be effected and can become sick. Yet even then our mind of no form does not get sick. Zazen is the practice of letting go all unnecessary thoughts, so that we do not attract sickness to our physical body. 

Tutti abbiamo un corpo fisico. Il cervello è nella nostra testa. Per prendere decisioni usiamo l’attività delle nostre cellule cerebrali. Questo perché il cervello fa parte del nostro corpo fisico. Eppure se ci chiedono di mostrare dov’è la nostra mente, sia essa illuminata o non, non sappiamo cosa rispondere. La mente si esprime attraverso il corpo fisico, tuttavia non è lì che la possiamo trovare. Quando siamo tristi le lacrime scorrono sul nostro viso. Questo perché una situazione triste stimola il corpo e il sistema nervoso e il risultato sono quelle lacrime. Quando siamo contrariati il nostro sistema nervoso si innesca e ci diventa il viso rosso, i muscoli si irrigidiscono. Invece quando ci calmiamo non resta nessuna di quelle espressioni.  La nostra mente non ha una forma, questa è la vera forma della mente, essere senza forma.
La nostra mente senza forma non muore nemmeno quando il nostro cervello muore. Una cosa che ha forma, tutto quel che ha forma, alla fine muore. Di contro una cosa che non è nata, che non ha una forma, non si deteriorerà e non morirà. Dai tempi più antichi la filosofia e la religione sono stati i mezzi per esprimere questa mente. Dio e il diavolo sono le due facce della nostra mente. Il Sesto Patriarca dopo Bodhidharma non appena sentì queste parole da un sutra divenne illuminato: “Nel risiedere in nessun posto costantemente ci si esprime senza limiti” La nostra mente non ha forma. Se piena di gioia, esprime gioia. Quando è triste proviamo tristezza. E quando la tristezza va via, non resta niente. Se abbiamo troppi pensieri estranei, allora anche il nostro corpo ne può risentire e ammalarsi. Ma anche in quel caso la nostra mente senza forma non si ammalerà. Zazen è la pratica di lasciare andare tutti i pensieri non necessari, in modo da non attirare malattie sul nostro corpo fisico.


Can I practice with one of my own urgent life questions as a koan? For instance What is reality? What is life? or What am I? Should I focus on one particular question or can the words change naturally?

Posso praticare una delle mie domande esistenziali come un koan? Per esempio Cos’è la realta? Cos’è la vita? Cosa sono io? Dovrei focalizzare una domanda in particolare o le parole possono cambiare spontaneamente? 
December 28, 2013, 1:06 pm

Using your life questions as a mantra, your personal koan, the words can change naturally, but do keep your focus on the main question behind all of these questions: WHO is it who perceives these questions? WHO is it who is asking ? From there your mind can truly open.

Usando le tue domande esistenziali come un mantra, il tuo koan personale, le parole cambiano naturalmente, ma tieni l’attenzione sulla domanda principale che sta dietro queste domande: CHI percepisce queste domande? CHI le sta formulando? Da lì la tua mente può aprirsi veramente.


During zazen I can hardly keep the look low. What would you recommend?

Durante zazen ho difficoltà a tenere lo sguardo basso. Cosa può suggerirmi?
December 19, 2013, 8:00 pm

During zazen we look about 1 meter in front of us on the floor, since this is the view which settles us the most, when we can look 50% outside and 50% inside. This is the best way to practice sine we also want to be able to move from our settled state of mind when we have to work in daily life. When we look straight ahead, we perceive too much of the outer world, and thus it is more difficult to enter samadhi. It does help though especially when tired to look straight ahead, and when you can keep your inner eye on your tanden at the same time, you should also be able to concentrate well and sit good zazen.
Durante zazen guardiamo il pavimento davanti a noi a circa un metro di distanza, poiché è questa la visuale che ci stabilizza meglio, quando possiamo guardare 50% fuori e 50% dentro. Questo è il miglior modo di praticare se vogliamo anche essere capaci di muoverci dallo stato mentale stabilizzato dello zazen, nel momento in cui dobbiamo lavorare nella vita quotidiana. Quando guardiamo dritto davanti a noi, percepiamo troppe cose dal mondo esterno, e così è più difficile entrare in samadhi. Sebbene guardare dritto e allo stesso tempo mantenere l'occhio interno sul tanden aiuti molto, specialmente quando si è stanchi, si dovrebbe anche essere capaci di concentrarsi bene e sedere un buon zazen.
I'm 22. From one point of view it seems my life is normal average. I love people around me. Love to make them smile to feel and touch new things around me. But sometimes it's not enough. I get tired very quickly. and my biggest problem is that I love people but I cannot feel it.

Ho ventidue anni. Da un certo punto di vista sembra che la mia vita sia nella media. Amo la gente attorno a me. Mi piace farla sorridere e sentire e toccare nuove cose intorno a me.  Ma a volte non è abbastanza. Mi stanco molto presto e il mio problema più grande è che amo la gente ma non riesco a sentirla.
December 14, 2013, 3:31 pm

When we truly love something or someone, we have thrown ourselves away and have become one with the other. As long as we still hold onto the distinctions between ourselves and someone, it is not true love. Loving flowers, I become the flower. Loving astrology, I become the moon. A parent loves their child, feeling one with them. A teacher loves his students and thus can become the mind of the student. The purer we can become in our love for others, forgetting ourselves, the more our love can grow in depth and width. The love between a couple, but also the love for those who walk the same path as we do, love for humanity as well. The Buddha would love all living beings, grasses, trees. Love is the path to awaken to our true life energy, since love is the source of wisdom. There is nothing but love and wisdom that truly matters in our lives.
Quanto amiamo qualcosa o qualcuno veramente, abbiamo gettato via noi stessi e siamo diventati uno con l’altro. Finché manteniamo la distinzione tra noi stessi e l’altro, non è vero amore. Amo un fiore, divento un fiore. Amo l’astrologia, divento la luna. Un genitore ama i figli sentendosi uno con loro. Un insegnante ama i suoi allievi e così può diventare la mente dell’allievo. Più puri diventiamo nell’amore per gli altri, dimenticando noi stessi, più il nostro amore può crescere in profondità e vastità. L’amore tra una coppia, ma anche l’amore per chi fa il nostro stesso percorso, come l’amore per l’umanità. Il Buddha amò tutti gli esseri viventi, prati, alberi. L’amore è il sentiero per il risveglio alla nostra vera energia vitale, poiché l’amore è la fonte della saggezza. Non c’è niente che veramente conti nelle nostre vite se non l’amore e la saggezza.
Is it possible to meet my true self without a Master ?

E’ possible incontrare in mio vero sè senza un Maestro?
December 1, 2013, 4:57 pm

Even if there is a teacher, the original mind is your own.The teacher is like the farmer raising vegetables. The farmer can support the vegetables, but from the strength of each seed, the vegetable sprouts forth. In this era people are poisoned by too much stimulation from the outside world, and it has become extremely difficult to concentrate one pointedly. Like in a comedy, we are searching yet not able to meet our true self. That is why especially now it is important to have a teacher point out to you where to place your focus.
Anche se c’è un maestro, la mente originaria è propria. Il maestro è come un contadino che coltiva ortaggi. Il contadino può aiutare gli ortaggi, ma è dalla forza di ciascun seme che germoglia l’ortaggio. In questa epoca la gente è avvelenata da troppi stimoli dal mondo esterno, ed è diventato estremamente difficoltoso concentrarsi in maniera significativa. Come in una commedia, stiamo cercando ma non siamo capaci di incontrare il nostro vero sé. Per questo, specialmente adesso, è importante avere un maestro che ti indichi su cosa porre l’attenzione.