giovedì, maggio 15, 2014

La cosa più importante


Da  Faith in Mind: A Guide to Ch'an Practice by Master Sheng-Yen, reprinted with permission from Dharma Drum Publications.

La cosa più importante nella pratica è essere naturali e spontanei. Essere naturali non significa trascurare tutto. Richiede un’attenzione accurata. In meditazione dovreste sedere in una postura naturale e usare la mente in modo naturale. Sedere in una postura naturale significa sedere semplicemente diritti. E’ naturale se siete comodi quando assumete per la prima volta la postura seduta, anche se dopo avete dolore alle gambe. Non è naturale, comunque, sedere curvati in avanti o inclinati lateralmente, o con la testa piegata indietro. Una postura naturale deve seguire le vostre esigenze fisiologiche. Non è naturale irrigidire i muscoli dello stomaco o raddrizzare la schiena portando in fuori il petto.
Usare la mente in modo naturale significa evitare di cercare di controllarla. Più cercate di controllare la mente, più i pensieri vaganti sopraggiungeranno per infastidirvi. Infatti, il maggior timore per i pensieri vaganti è un altro pensiero vagante. Quindi, se avete molti pensieri vaganti, consideratelo un fenomeno naturale e non disprezzatelo. Ma d’altra parte anche lasciarsi andare completamente ad un flusso di pensieri vaganti, non è corretto. Qual è l’approccio migliore? Prestare attenzione al metodo. Se fate così, i pensieri vaganti si ridurranno al minimo. Non è che non sorgeranno, ma non ve ne preoccuperete. Se davvero farete attenzione al metodo, sarete consapevoli di un pensiero vagante non appena sorgerà. Non appena arriverà, lo lascerete andare. Non spaventatevi del fatto che un altro pensiero lo possa seguire. Quella paura sarà un altro pensiero vagante. È come una persona che sta trasportando una catasta di ciotole. Se qualcuno le dice: “Fai attenzione! Stai per farle cadere!” le farà cadere: Ma se nessuno dirà niente, semplicemente proseguirà.
Non aver paura del fallimento. Qualunque cosa sia accaduta nel passato è passata; non preoccupatevi che accada di nuovo. Prima di riscontrare successo, il fallimento è naturale e necessario. Quando un bambino impara a camminare, non fa altro che cadere. E’ un fallimento? Lungo la nostra vita andiamo incontro a simili processi: andando a scuola, inseguendo una carriera, praticando Ch’an. Dopo il mio primo libro, qualcuno mi disse: “Adesso hai ottenuto un successo.” Io ho risposto: “No. Quel libro è stato un fallimento. Lo scriverei molto meglio se dovessi farlo di nuovo.” E’ lo stesso con la pratica; non c’è mai una conclusione di successo. Quando stai lavorando duro, il fallimento è naturale. Se non hai mai fallito, non hai mai provato.
D’altra parte, non dovreste avere un’attitudine disfattista e pensare:  “Fintantoché fallirò, fatemi fallire.” Secondo il Buddhismo niente può essere un successo. Se foste eletti presidente degli Stati Uniti, sarebbe un successo? Più tardi è probabile che sareste criticati e definiti un fallimento. Perfino il presidente Lincoln probabilmente considerò se stesso un fallimento. E’ naturale. E’ quando non ti senti apprezzato che ti sforzi. Quando non hai più bisogno di sforzarti, quello è il successo o liberazione. A quel punto non ci sono più fastidi. Tuttavia non hai gettato via i fastidi né afferrato la liberazione. Tenere stretta l’illuminazione e tenere lontano i fastidi, non è il vero stato naturale.
Seguire la propria natura, in questo senso, non è la stessa cosa che seguire le proprie abitudini o i propri capricci come nell’espressione “sii naturale”. Natura qui è riferito alla natura di sé o Natura di Buddha. Alcune persone pensano di diventare Buddha attraverso la meditazione. Questo è sbagliato. Il potenziale della Buddhità e dentro la propria natura. Se fosse vero che la Buddhità dipende dalla meditazione, se smettessi di meditare dopo essere diventato un Buddha, diventeresti nuovamente una persona comune. L’obiettivo della pratica è di essere in accordo con il modo naturale, in modo che la tua vera natura possa manifestarsi da sé. Praticare semplicemente secondo i metodi insegnati dal Buddha e non preoccuparsi di avere successo. Il Sutra del Cuore dice: “Non c’è saggezza né conseguimento.” Sebbene la pratica possa essere impegnativa, perfino dolorosa fisicamente, se il vostro cuore è sereno, niente vi darà fastidio. Un approccio sereno non significa non curarsi della pratica; significa considerare naturale tutto quel che accade. Può esserci qualche dolore, ma non ci sarà sofferenza. Non c’è niente nella vostra mente che non potete mettere via.
Il maestro Sheng-Yen è il Maestro Residente del Ch’an Meditation Center di Elmhurst, New York.  Tratto da Credere nella Mente. Una guida alla pratica Ch’an. 

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