venerdì, novembre 22, 2019
Introduzione alla Meditazione Zen
Sabato 23 Novembre 2019 dalle ore 17.00 alle 19.15, presso l'Associazione One Drop, si terrà un' Introduzione alla Meditazione Zen tenuta da Ilaria Ekin Casarubea, allieva di Shodo Harada Roshi dal 2004.
L'incontro è aperto a tutti ed è gratuito.
Per ulteriori informazioni e iscrizioni scrivere a:
segreteriaonedrop@gmail.com
giovedì, ottobre 24, 2019
Introduzione alla Meditazione Zen
Sabato 26 Ottobre alle ore 17.00 si terrà un'incontro introduttivo alla Meditazione Zen tenuto da Ilaria Ekin Casarubea, allieva di Shodo Harada Roshi dal 2004.
L'incontro si terrà presso il Dojo One Drop Zen a Palermo.
La partecipazione è gratuita.
Per maggiori informazioni scrivere a:
segreteriaonedrop@gmail.com
L'incontro si terrà presso il Dojo One Drop Zen a Palermo.
La partecipazione è gratuita.
Per maggiori informazioni scrivere a:
segreteriaonedrop@gmail.com
mercoledì, settembre 18, 2019
Programmazione da Settembre 2019 a Luglio 2020
Riprendono gli appuntamenti all'Associazione One Drop.
Introduzione alla Meditazione Zen : Sabato 28 Settembre alle 17.00
Zazen il giovedì dalle 19.20 alle 20.30
Ogni ultimo weekend del mese:
sabato dalle 18.00 alle 19.30
domenica dalle 9.30 alle 12.30
Sesshin:
11-12-13 Ottobre presso Azienda Bosco Falconeria
Per informazioni su costi e modalità di iscrizione:
segreteriaonedrop@gmail.com
giovedì, dicembre 20, 2018
ICCHO JIKI NYORAI JI - Salta dritto nel Risveglio - Anno del Cinghiale 2019
ICCHO
JIKI NYORAI JI
Salta
dritto nel Risveglio
Non
andare da qualche parte, ma solo tornare alla propria Mente
Autentica.
Siccome
non ci crediamo, cerchiamo all'esterno.
Questo
mondo è il mondo di Budda, non andare da nessuna parte, non
aggiungere pensieri in più, ma invece eliminarli.
Inoshishi,
il Cinghiale, è l'ultimo dei dodici animali del calendario,
allo
stesso tempo è la sorgente di tutto.
Il
terreno della consapevolezza.
Il
solstizio d'inverno del 22 dicembre il giorno più scuro,
quando
il raggio del nuovo sole comincia a ritornare.
Questo
luogo è simbolizzato dal solstizio d'inverno, dal Natale.
Il
giorno del sole più breve,
quando
la nuova vita comincia a ritornare.
L'intero
universo ripulito da pensieri estranei.
La
Sorgente.
Testo e
calligrafia Shodo Harada Roshi - Disegno Jiko
martedì, giugno 05, 2018
Darsi da fare diligentemente per la propria inabilità.
Questa
frase viene dal caso N°32 della “Raccolta della roccia blu”.
Nessuno è perfetto, è umano non essere abile nell'affrontare alcune
situazioni. Una volta che sappiamo dove risiedono i nostri errori,
dipende da noi guardarli e lavorarci. Quando Tei Joza era allievo di
Rinzai, gli chiese: “Che cosa è il corpo del Buddha Dharma?”.
Invece di rispondere Rinzai afferrò Tei Joza per i risvolti e lo
colpì. Tei Joza cadde e quasi svenì. Fino a quando faremo
affidamento su spiegazioni e abitudini mentali non potremo conoscere
la vera origine dell'universo. Questi colpi erano uno dei modi con i
quali Rinzai istruiva Tei Joza, un processo vitale al di là delle
spiegazioni. Quando Tei Joza fu appena in grado di sedersi, uno dei
suoi superiori disse: “Prostrati! Il Koan è finito”. Tei Joza
immediatamente si prostrò e per la prima volta vide chiaramente al
di là della comprensione razionale e del giudizio. Aveva praticato
diligentemente, usando la pratica per lavorare sugli aspetti di sé
che sapeva essere immaturi e non sviluppati. Nel dojo faceva
segretamente cose che nessun altro voleva fare, come pulire i
gabinetti o lavare il pavimento. Siccome aveva purificato la sua
mente in questo modo, Tei Joza poteva prostrasi naturalmente, senza
nemmeno pensarci e, passando attraverso tutto questo, una nuova vita
era nata.
(Shodo Harada Roshi , 30 maggio 2018)
martedì, gennaio 09, 2018
Seminario di pratica Zen
sabato, febbraio 04, 2017
Sabato 11 Febbraio 2017 Introduzione alla Meditazione Zen
Incontro teorico-pratico introduttivo alla meditazione Zen, sabato 11 febbraio dalle 16.00 alle 18.00.
Per prenotazioni:
segreteriaonedrop@gmail.com
lunedì, gennaio 09, 2017
Introduzione alla meditazione Zen
Tutti i sabato di gennaio presso il One Drop Zendo
Introduzione alla Meditazione Zen dalle ore 16.00 alle 18.00
Conduce Ilaria Ekin Casarubea
per informazioni:
segreteriaonedrop@gmail.com
domenica, gennaio 08, 2017
2017 Anno del Gallo- di Shodo Harada Roshi
Sottaku
doji – Beccare simultaneamente dall'interno e dall'esterno.
Fin dalla nascita siamo dotati della
Natura di Buddha che, proprio come l'uovo di un uccello, è protetta
dal guscio dell'ego. Se il guscio non si rompe, l'uccello non può
volare liberamente nel cielo. Se il guscio non si rompe, la Natura di
Buddha non si può manifestare liberamente.
La gallina siede sull'uovo e si impegna
molto per riscaldarlo, così che il pulcino possa crescere. Quando è
giunto il momento di nascere per il pulcino, allora la gallina
comincia a beccare dall'esterno, mentre simultaneamente il pulcino
becca dall'interno: quando il guscio si rompe il pulcino è nato.
Così viene osservata la maturazione
dello stato mentale di una persona di training, l'insegnante dà una
parola e mentre lo studente la sta ricevendo, in quell'istante si fa
esperienza del Satori.
Non è a causa della parola
dell'insegnante che avviene il risveglio, ma è invece la pratica
giornaliera del Samadhi che, se non viene mai abbandonata,fa sì che
il corpo si riempa di quanta energia è possibile, come un pallone
teso che il tocco di un ago fa esplodere.
Come studenti di Zen quando sediamo è
MU, quando stiamo in piedi è MU, lavorare è MU, mangiare è MU,
l'energia vitale è concentrata nell'istante, così l'essenza
interiore può maturare. Quando questa pienezza diventa matura,
allora la coscienza si sente ampia, in grado di abbracciare tutto.
Una volta che questa pienezza matura
ancora di più, ci si può concentrare sui piedi e le mani, la
consapevolezza dell'esterno diventa più fievole, non si sa più se
si ha un corpo o no. La mente è piena solo di Mu e poi si perdono le
tracce anche di questo Mu.
Come persona di training, se stai con
questa pratica raggiungerai questo stato mentale. Proprio nel momento in
cui nessun concetto può entrare allora la mente rinasce. Non c'è
risveglio possibile senza fare sforzi.
Se non si cerca la comodità e non si
fermano gli sforzi, allora “Grandi sforzi portano di sicuro grande
luce”. Lì si può fare esperienza della grande luce brillante.
Nelle nostre vite dimenticare tutto
l'odio e l'avidità , come se tutte le memorie passate fossero
scomparse, tutti gli incontri sconosciuti gettati via e vedere ora
con nuovi occhi, quanto luminoso sembrerebbe questo mondo?
Dimenticando i peccati degli altri e i
propri errori dimenticati dagli altri, tutti che si perdonano l'un
l'altro. Se ci incontrassimo con questi occhi calorosi, quanto pieni
ci sentiremmo?
Almeno una volta l'anno andare incontro
al Nuovo Anno con questa mente fresca, allora saremmo in grado di
capire l'importanza di fare esperienza di questo stato mentale.
Il sole è nuovo, l'acqua è nuova, il
verde dei pini è nuovo, il bambù, il fiore di prugno, tutto quello
di cui si fa esperienza è nuovo. Questa esperienza pura del Nuovo
Anno è molto vicina all'esperienza del risveglio. La nostra famiglia
che vediamo ogni giorno, oggi la vediamo come nuova, tutte le
difficoltà e le sfide emotive passate sono viste con un nuovo stato
della mente.
Buon Anno Nuovo!
Avendo ricevuto molta attenzione,
profondamente chiedendo che questo continui l'anno che viene.
Ogni giorno è fresco, ogni giorno è
fresco. Vivere ogni giorno con sentimento di freschezza e meraviglia
è molto importante.
sabato, settembre 10, 2016
Workshop di Introduzione alla Meditazione Zen
Il 23-24 e 25 settembre, presso la sede dell'Ass. One Drop in via M.Rapisardi 15 a Palermo, si terrà un seminario introduttivo alla pratica della Meditazione Zen. Il workshop si articolerà tra conferenze, proiezioni video e pratica secondo il seguente calendario:
venerdì
23 dalle 18.00 alle 21.00
-“Breve
storia dello Zen, dall'India all'Occidente attraverso la Cina ed il
Giappone” a cura di Ilaria Ekin Casarubea
-Introduzione
alla meditazione
-Pratica
Sabato
24 dalle 16.30 alle 19.30
-“La
posizione di Zazen e sua funzione energetica” a cura di Ilaria Ekin
Casarubea”
-Proiezione
video: Shodo Harada Roshi introduce alla pratica di Zazen
-Pratica
Domenica
dalle 9.30 alle 12.30
La
Pratica Zen:
-la
meditazione
-il
canto dei sutra
-il
samu
-beviamo
un tè!
Prenotazioni
entro il 20 settembre
Contatti
email:
segreteriaonedrop@gmail.com
tel.
3473138755
Ilaria
Ekin Casarubea, responsabile
gruppo One Drop per Palermo, pratica lo Zen dal 2002 ed è allieva di
Shodo Harada Roshi (Abate del Monastero di Sogenji in Giappone) dal
2004. Operatrice Shiatsu è insegnante di Shiatsu e Qigong. Dal 2013
dirige l'Ass. One Drop, che fa parte della comunità internazionale
One Drop fondata da Shodo Harada Roshi negli anni '90.
venerdì, marzo 11, 2016
Domanda a Shodo Harada Roshi
Domanda:
Sono un ragazzo di 15 anni e ho una
domanda. Qual'è il fine della vita? Non riesco a trovare nessun fine
nella vita e la mia mente si muove costantemente senza che riesca a
fermarla. Lo zen può aiutarmi con i problemi della mia vita? Posso
praticare lo zen da solo visto che vicino a me non ci sono templi?
Come posso interagire con le persone e come posso trovare felicità e
un fine nella vita?
Risposta:
Noi non viviamo mai soli. I vestiti
che indossiamo, il cibo che mangiamo, la stanza dove abitiamo, è
grazie agli sforzi di molte persone che possiamo vivere senza che ci
manchi niente. Pagando possiamo avere tutto, ma per avere quei soldi
abbiamo bisogno di lavorare. Eppure ci sono cose che i soldi non
possono comprare, come la nostra mente. Ricevere il calore del sole,
l'acqua, l'aria, la grazia della natura che si mostra a noi con la
sua immensa mente, di tutto ciò possiamo fare esperienza quando
sediamo in zazen (meditazione,n.d.t.)
Se non c'è un gruppo di zen vicino
a te è importante che tu ti sieda da solo. Siedi silenziosamente,
fai una lunga espirazione e poi senti come diventi più calmo dentro
di te. Inizia con 5 minuti, e poi magari arriva a 10 e quando cominci
ad avere la sensazione che la tua mente comincia ad assestarsi,
allora aggiungi altri 5 minuti. Stando con questa pratica vedrai come
non sei solo ma come la tua vita ti sia stata data da un'immensa
energia vitale.
domenica, febbraio 07, 2016
Messaggio di Shodo Harada Roshi per il Nuovo Anno 2016
Mille
fiumi, mille lune, un milione di miglia senza una nuvola, un milione
di miglia di cielo.
Di
Shodo Harada Roshi, gennaio 2016
La
Mente comprende ogni angolo della terra, proprio come il grande cielo
e il vasto spazio. I nostri pensieri cambiano, ma la nostra mente è
in realtà vuota, come il grande cielo sopra l'acqua. Anche mentre
viviamo il clima di ogni giorno, se abbiamo fatto esperienza della
nostra Mente Autentica, nel profondo sappiamo di essere sempre puri,
chiari e calmi.
Quando
rimaniamo bloccati dal pensiero di essere unici e speciali, manchiamo
di realizzare il nostro vero essere e la nostra vera Mente. Sebbene
ognuno di noi sia nato in una forma diversa, in realtà noi siamo
tutti la stessa mente compassionevole. Con che grande stupore Buddha
si risvegliò a questa verità!
Nel
mezzo delle nuvole scure non ti destabilizzare, sopra le nuvole la
luna brilla e risplende sempre.
Realizzando
che la mente chiara è sempre stata lì, le onde del disturbo e della
distrazione si calmano. Veniamo subito riportati alla mente della
Natura di Buddha che, proprio come uno specchio è luminosa, rotonda, senza
niente dentro.
Le
forme dell'acqua cambiano, ma gli elementi che la compongono non
variano. L'acqua ferma, sia sporca che pulita, riflette come uno
specchio. Facciamo zazen per calmare le nostre menti e riflettere la
Mente, come l'acqua calma riflette la luna.
Chiunque
ritorni alla mente Autentica è permeato proprio dalla stessa
saggezza della mente di Buddha.
Facendo
zazen, realizzando lo stato della vuoto della mente ci uniamo con tutte le
cose e con tutta la gente del mondo. Questo stato della mente è lo stesso di
quello di Buddha. Non lo abbiamo inventato, quello che riflette e
quello che è riflesso sono Uno, sono la stessa cosa.
Mille
fiumi, mille lune, un milione di miglia senza una nuvola, un milione
di miglia di cielo...solo questa Mente, queste parole si uniscono
a formare un cerchio, unite diventano Uno: la verità di unire le
nostre mani in questo Mondo.
lunedì, gennaio 04, 2016
Felice Anno Nuovo...della Scimmia. Di Shodo Harada Roshi
Raggiungere la luna
nell'acqua.
Non può essere mai
afferrata.
Questa è una parabola che
si trova nei Sutra Buddisti.
C'era un lago sulle
montagne completamente pieno di acqua. Una scimmia vide la luna
nell'acqua e disse: “Oh, questo è terribile, la luna è caduta
nell'acqua. Dobbiamo togliere la luna dall'acqua e rimetterla nel
cielo altrimenti la notte sarà buia. Le scimmie si riunirono e il
loro capo si attaccò ad un ramo penzolando sopra il lago; si
attaccarono una con l'altra con le mani ed erano arrivate quasi a
raggiungere la superficie dell'acqua, quando a causa del peso di
tutte quelle scimmie, il ramo a cui erano attaccate si ruppe e tutte
le scimmie caddero nell'acqua e morirono.
Raggiungere la luna
nell'acqua...ma quello è solo un riflesso della luna nel cielo. La
luna è come la nostra vera mente. Tutte le cose nel mondo sono solo
riflessi nella nostra mente, se realizziamo questo, non siamo
sballottati dai nostri estremi desideri e dalla rabbia e otteniamo
uno stato della mente stabile. Uno stato della mente grande e calmo è
la base per una società pacifica. Come è stato detto:
“Proprio questo luogo è
la terra del loto e proprio questo corpo è il corpo del Buddha”.
mercoledì, settembre 23, 2015
venerdì, agosto 07, 2015
Sullo Zen - tratto da "Zen e Kyoto" di John Einarsen
Lo Zen non è più visto come una dottrina esotica di origine asiatica.
Sembra che in Occidente si cominci ad avere qualche nozione sul valore dello Zen. Durante gli ultimi cinquanta anni il Buddismo ha attraversato i continenti e gli oceani e si è diffuso nelle culture occidentali. Oggi ci sono centinaia di Centri Zen nel mondo e l'interesse continua a crescere.
Sebbene lo Zen sia nato e si sia sviluppato in Cina circa 1500 anni fa, ha avuto un periodo di grande fioritura a Kyoto, l'antica capitale del Giappone dal 1200 al 1800 circa.
In quel periodo furono costruiti moltissimi templi, alcuni distrutti da guerre civili e terremoti, altri invece rivitalizzati da grandi maestri, divennero il cuore della cultura nella società dei samurai.
Lo Zen è la base sulla quale si sono sviluppate molte arti giapponesi. L'influenza dello Zen sulla cucina vegetariana dei templi, sui paesaggi asciutti dei giardini, sul tè, pittura ad inchiostro, haiku ,musica per shakuachi, sul kendo e sul kyudo hanno creato uno stile ed una estetica originale che oggi noi identifichiamo come cultura Zen.
Attraverso la dedizione di generazione di maestri e gli sforzi devoti di praticanti individuali è stato coltivato un modo di essere olistico, un relazionarsi compassionevole, coraggioso e immerso nella realtà del qui e ora. Questa cultura di spirito ricco e profondo è quello che lo Zen ha da offrire oggi alla cultura mondiale.
Sembra che in Occidente si cominci ad avere qualche nozione sul valore dello Zen. Durante gli ultimi cinquanta anni il Buddismo ha attraversato i continenti e gli oceani e si è diffuso nelle culture occidentali. Oggi ci sono centinaia di Centri Zen nel mondo e l'interesse continua a crescere.
Sebbene lo Zen sia nato e si sia sviluppato in Cina circa 1500 anni fa, ha avuto un periodo di grande fioritura a Kyoto, l'antica capitale del Giappone dal 1200 al 1800 circa.
In quel periodo furono costruiti moltissimi templi, alcuni distrutti da guerre civili e terremoti, altri invece rivitalizzati da grandi maestri, divennero il cuore della cultura nella società dei samurai.
Lo Zen è la base sulla quale si sono sviluppate molte arti giapponesi. L'influenza dello Zen sulla cucina vegetariana dei templi, sui paesaggi asciutti dei giardini, sul tè, pittura ad inchiostro, haiku ,musica per shakuachi, sul kendo e sul kyudo hanno creato uno stile ed una estetica originale che oggi noi identifichiamo come cultura Zen.
Attraverso la dedizione di generazione di maestri e gli sforzi devoti di praticanti individuali è stato coltivato un modo di essere olistico, un relazionarsi compassionevole, coraggioso e immerso nella realtà del qui e ora. Questa cultura di spirito ricco e profondo è quello che lo Zen ha da offrire oggi alla cultura mondiale.
venerdì, settembre 05, 2014
Pervading in all Ten directions / Diffondersi nelle dieci direzioni August 15, 2014, 6:50 am ~ by Shodo Harada in news
When you see something, just see it and leave it at that. When you hear something, just hear it and leave it at that. Don't follow after it. Thus when you see a flower, for an instant you perceive it directly, without meditation. You recognize it as a flower, but you don’t add thoughts and opinions to this perception.
An accomplished practitioner can be present in this state any time, but in those for whom the habit of thinking is strong, it usually requires long training to redirect it. If the right motivation is there, however, the effort is never wasted. When consciousness is not blocked the mind gradually opens to direct perception. Direct perception is not some kind of mystical ability, but simply the original function of consciousness. Consciousness in its natural state perceives, not through the filters of thought or analysis, but immediately (that is, without mediation), like a mirror reflecting an image. If there’s a flower there’s a flower, just that. If a bird sings a bird sings, just that. If it rains it rains, just that. If the sky clears the sky clears, just that. Nothing need be added. In our everyday existence the need for social relations and other interactions arises, of course, but direct perception is at the foundation. Zazen is the cultivation of the ability to abide and function in this natural state.
Consciousness cannot be described, of course, as it has no form, yet it extends to the ends of the universe. In the words of Rinzai, “Mind is without form and pervades the ten directions.” Our consciousness reaches to whatever it can perceive, even the young galaxies at the edge of the cosmos that modern science now allows us to see. Because consciousness is in essence empty, if we see a star the star appears in our consciousness; if we see the sun the sun appears in our consciousness; if we see a mountain the mountain appears in our consciousness. It is the nature of mind to freely leave and enter the five sense-gates, seeing, hearing, smelling, tasting, and touching everything in existence and taking in all things just as they are. With the least bit of divisive thought, however, this freely flowing activity is lost. This is the weak point of our way of life in today’s world. Keeping the mirror of our minds free from unnecessary concerns, we must remain open to the direct perception of the world just as it is. This is why we practice zazen.
We are in closest touch with our consciousness in its pure state immediately after sesshin, which is why I always stress to trainees the importance remaining open and aware during this crucial period. Be careful about avoiding distracting thoughts and, even if only for two or three days, take time to interact leisurely with nature, perceiving things as directly as possible. Observe too the workings of your own mind. The true meaning of sesshin lies in this time, when we are most able to take in the world just as it is, free of discriminating thoughts and ideation. In so doing we realize that direct perception expresses the essential nature of mind, and become clearer about how everyday life should be lived.
This is not to say that knowledge and experience should be dismissed, but only that they should not restrict us. We should rely primarily on direct perception, and with that as a basis our knowledge and experience become truly meaningful. Reversing this order transforms knowledge and experience into biases and preconceptions, preventing true awareness. This is particularly true in the realm of human relations. Without awareness, our encounters with others become, in effect, encounters with the preconceived ideas in our minds. This can lead only to our destruction.
We must be very watchful on this point, carefully bringing ourselves as much as possible into alignment with our essential nature. Our consciousness is at all times capable of directly encountering the world around us. This essence of mind is the mind of the Buddha; our minds and Buddha’s mind are one and the same. Nothing could be more precious than this.
Quando vedi qualcosa, guardala semplicemente e lasciala lì. Quando senti qualcosa, sentila semplicemente e lasciala lì. Non andarle appresso. Così quando vedi un fiore per un istante lo percepisci direttamente, senza mediazione. Lo riconosci come un fiore, ma non aggiungi pensieri ed opinioni a questa percezione.
Un praticante esperto può essere presente in questo stato in qualunque momento, ma per coloro per cui l’abitudine di pensare è resistente, solitamente ci vuole una lunga pratica per reindirizzarla. Ma se c’è la giusta motivazione, gli sforzi non sono sprecati. Quando la coscienza non è bloccata la mente si apre gradualmente verso la percezione diretta. La percezione diretta non è una sorta di abilità mistica, ma semplicemente la funzione originaria della coscienza. La coscienza, nel suo stato naturale, non percepisce attraverso i filtri del pensiero e dell’analisi, ma immediatamente (cioè senza mediazione), come uno specchio riflette un’immagine. Se c’è un fiore c’è un fiore, solo questo. Se un uccello canta un uccello canta, solo questo. Se piove piove, solo questo. Se il cielo si rasserena si rasserena, solo questo. Non bisogna aggiungere nulla. Ovviamente, nella vita quotidiana insorge il bisogno di relazioni sociali e di altre interazioni, ma alla base vi è la percezione diretta. Zazen è coltivare l’abilità di funzionare in questo stato naturale.
La coscienza non può essere descritta, ovviamente, in quanto non ha forma e si estende fino alla fine dell’universo. Con le parole di Rinzai; “La mente è senza forma e pervade le dieci direzioni.” La nostra coscienza raggiunge quello che percepisce, perfino le giovani galassie ai confini del cosmo, che riusciamo a vedere grazie alle scienze moderne. Poiché la coscienza è essenzialmente vuota, se vediamo una stella la stella appare alla nostra coscienza, se vediamo il sole il sole appare alla nostra coscienza, se vediamo una montagna la montagna appare alla nostra coscienza. E’ nella natura della mente entrare e uscire dai cancelli dei cinque sensi, nel vedere, sentire, odorare, gustare e toccare tutto ciò che esiste e nel capire le cose solamente per quel che sono. Ma con il minimo pensiero divisorio, questa attività che fluisce liberamente si perde. Questo è il punto debole del nostro modo di vivere nel mondo odierno. Tenendo lo specchio delle nostre menti libero da preoccupazioni non necessarie, dobbiamo restare aperti alla percezione diretta del mondo così com’è. Per questo pratichiamo zazen.
Subito dopo una sesshin siamo più a stretto contatto con la nostra coscienza in questo stato puro, per questo motivo sottolineo ai partecipanti l’importanza di restare aperti e vigili durante questo periodo cruciale. Stare attenti ad evitare pensieri dispersive e, anche se solo per due o tre giorni, prendersi il tempo di interagire senza fretta con la natura, percependo le cose il più direttamente possibile. Osservare anche il lavoro della propria mente. Il vero significato della sesshin resta in questo tempo, quando siamo maggiormente capaci di capire il mondo così com’è, liberi da pensieri discriminatori e idealizzazioni. Facendo così realizziamo che la percezione diretta esprime la natura essenziale della mente e diventa più chiaro come dovrebbe essere vissuta la vita nel quotidiano.
Questo non vuol dire che la conoscenza e l’esperienza dovrebbero essere respinte, ma solo che non dovrebbero limitarci. Dobbiamo contare soprattutto sulla percezione diretta, con questa base la nostra conoscenza e la nostra esperienza diventeranno realmente piene di significato. Capovolgere quest’ordine, trasforma la conoscenza e l’esperienza in pregiudizio e preconcetto, impedendo la vera consapevolezza. Questo è particolarmente vero nelle relazioni umane. Senza consapevolezza, i nostri incontri con gli altri diventano, in effetti, incontri con le idee preconcette nella nostra mente. Questo può portarci solamente verso la distruzione.
Dobbiamo stare molto attenti a questo, cercando di allinearci il più possibile alla nostra natura essenziale. La nostra coscienza è capace di incontrare in ogni momento il mondo che ci circonda. Questa essenza della mente è la mente del Buddha; le nostre menti e la mente di Buddha sono una e la stessa. Niente è più prezioso di questo.
An accomplished practitioner can be present in this state any time, but in those for whom the habit of thinking is strong, it usually requires long training to redirect it. If the right motivation is there, however, the effort is never wasted. When consciousness is not blocked the mind gradually opens to direct perception. Direct perception is not some kind of mystical ability, but simply the original function of consciousness. Consciousness in its natural state perceives, not through the filters of thought or analysis, but immediately (that is, without mediation), like a mirror reflecting an image. If there’s a flower there’s a flower, just that. If a bird sings a bird sings, just that. If it rains it rains, just that. If the sky clears the sky clears, just that. Nothing need be added. In our everyday existence the need for social relations and other interactions arises, of course, but direct perception is at the foundation. Zazen is the cultivation of the ability to abide and function in this natural state.
Consciousness cannot be described, of course, as it has no form, yet it extends to the ends of the universe. In the words of Rinzai, “Mind is without form and pervades the ten directions.” Our consciousness reaches to whatever it can perceive, even the young galaxies at the edge of the cosmos that modern science now allows us to see. Because consciousness is in essence empty, if we see a star the star appears in our consciousness; if we see the sun the sun appears in our consciousness; if we see a mountain the mountain appears in our consciousness. It is the nature of mind to freely leave and enter the five sense-gates, seeing, hearing, smelling, tasting, and touching everything in existence and taking in all things just as they are. With the least bit of divisive thought, however, this freely flowing activity is lost. This is the weak point of our way of life in today’s world. Keeping the mirror of our minds free from unnecessary concerns, we must remain open to the direct perception of the world just as it is. This is why we practice zazen.
We are in closest touch with our consciousness in its pure state immediately after sesshin, which is why I always stress to trainees the importance remaining open and aware during this crucial period. Be careful about avoiding distracting thoughts and, even if only for two or three days, take time to interact leisurely with nature, perceiving things as directly as possible. Observe too the workings of your own mind. The true meaning of sesshin lies in this time, when we are most able to take in the world just as it is, free of discriminating thoughts and ideation. In so doing we realize that direct perception expresses the essential nature of mind, and become clearer about how everyday life should be lived.
This is not to say that knowledge and experience should be dismissed, but only that they should not restrict us. We should rely primarily on direct perception, and with that as a basis our knowledge and experience become truly meaningful. Reversing this order transforms knowledge and experience into biases and preconceptions, preventing true awareness. This is particularly true in the realm of human relations. Without awareness, our encounters with others become, in effect, encounters with the preconceived ideas in our minds. This can lead only to our destruction.
We must be very watchful on this point, carefully bringing ourselves as much as possible into alignment with our essential nature. Our consciousness is at all times capable of directly encountering the world around us. This essence of mind is the mind of the Buddha; our minds and Buddha’s mind are one and the same. Nothing could be more precious than this.
Quando vedi qualcosa, guardala semplicemente e lasciala lì. Quando senti qualcosa, sentila semplicemente e lasciala lì. Non andarle appresso. Così quando vedi un fiore per un istante lo percepisci direttamente, senza mediazione. Lo riconosci come un fiore, ma non aggiungi pensieri ed opinioni a questa percezione.
Un praticante esperto può essere presente in questo stato in qualunque momento, ma per coloro per cui l’abitudine di pensare è resistente, solitamente ci vuole una lunga pratica per reindirizzarla. Ma se c’è la giusta motivazione, gli sforzi non sono sprecati. Quando la coscienza non è bloccata la mente si apre gradualmente verso la percezione diretta. La percezione diretta non è una sorta di abilità mistica, ma semplicemente la funzione originaria della coscienza. La coscienza, nel suo stato naturale, non percepisce attraverso i filtri del pensiero e dell’analisi, ma immediatamente (cioè senza mediazione), come uno specchio riflette un’immagine. Se c’è un fiore c’è un fiore, solo questo. Se un uccello canta un uccello canta, solo questo. Se piove piove, solo questo. Se il cielo si rasserena si rasserena, solo questo. Non bisogna aggiungere nulla. Ovviamente, nella vita quotidiana insorge il bisogno di relazioni sociali e di altre interazioni, ma alla base vi è la percezione diretta. Zazen è coltivare l’abilità di funzionare in questo stato naturale.
La coscienza non può essere descritta, ovviamente, in quanto non ha forma e si estende fino alla fine dell’universo. Con le parole di Rinzai; “La mente è senza forma e pervade le dieci direzioni.” La nostra coscienza raggiunge quello che percepisce, perfino le giovani galassie ai confini del cosmo, che riusciamo a vedere grazie alle scienze moderne. Poiché la coscienza è essenzialmente vuota, se vediamo una stella la stella appare alla nostra coscienza, se vediamo il sole il sole appare alla nostra coscienza, se vediamo una montagna la montagna appare alla nostra coscienza. E’ nella natura della mente entrare e uscire dai cancelli dei cinque sensi, nel vedere, sentire, odorare, gustare e toccare tutto ciò che esiste e nel capire le cose solamente per quel che sono. Ma con il minimo pensiero divisorio, questa attività che fluisce liberamente si perde. Questo è il punto debole del nostro modo di vivere nel mondo odierno. Tenendo lo specchio delle nostre menti libero da preoccupazioni non necessarie, dobbiamo restare aperti alla percezione diretta del mondo così com’è. Per questo pratichiamo zazen.
Subito dopo una sesshin siamo più a stretto contatto con la nostra coscienza in questo stato puro, per questo motivo sottolineo ai partecipanti l’importanza di restare aperti e vigili durante questo periodo cruciale. Stare attenti ad evitare pensieri dispersive e, anche se solo per due o tre giorni, prendersi il tempo di interagire senza fretta con la natura, percependo le cose il più direttamente possibile. Osservare anche il lavoro della propria mente. Il vero significato della sesshin resta in questo tempo, quando siamo maggiormente capaci di capire il mondo così com’è, liberi da pensieri discriminatori e idealizzazioni. Facendo così realizziamo che la percezione diretta esprime la natura essenziale della mente e diventa più chiaro come dovrebbe essere vissuta la vita nel quotidiano.
Questo non vuol dire che la conoscenza e l’esperienza dovrebbero essere respinte, ma solo che non dovrebbero limitarci. Dobbiamo contare soprattutto sulla percezione diretta, con questa base la nostra conoscenza e la nostra esperienza diventeranno realmente piene di significato. Capovolgere quest’ordine, trasforma la conoscenza e l’esperienza in pregiudizio e preconcetto, impedendo la vera consapevolezza. Questo è particolarmente vero nelle relazioni umane. Senza consapevolezza, i nostri incontri con gli altri diventano, in effetti, incontri con le idee preconcette nella nostra mente. Questo può portarci solamente verso la distruzione.
Dobbiamo stare molto attenti a questo, cercando di allinearci il più possibile alla nostra natura essenziale. La nostra coscienza è capace di incontrare in ogni momento il mondo che ci circonda. Questa essenza della mente è la mente del Buddha; le nostre menti e la mente di Buddha sono una e la stessa. Niente è più prezioso di questo.
domenica, luglio 27, 2014
Non-Pensiero 9 Luglio2014 - di Shodo Harada Roshi
Una mente sana, naturalmente libera dalle fissazioni è come uno specchio. Non c’è niente nello specchio finché non appare un oggetto che vi si riflette e niente rimane una volta che l’oggetto stesso si allontana. L’oggetto non aggiunge niente allo specchio quando arriva e non gli sottrae niente quando va via. non importa che oggetto sia, non lascia lo specchio né più pulito né più sporco. La percezione immediata della “mente diretta” è simile a questo. La coscienza funziona in questo modo solo quando è in uno stato di vera consapevolezza, aperta alla sua verità interiore.
La mente in questo stato è libera della compulsione a pensare, ma questo non significa che non pensi. Spesso questo punto è frainteso. Spegnere il processo mentale e basta non è altro che una specie di blackout mentale. Qualche volta gli studenti vengono da me e mi dicono: “Non sto pensando!”. Questo va bene se la mente è arrivata naturalmente ad uno stato di riposo nell’immobilità, ma se il processo del pensiero è stato semplicemente soppresso questo non rappresenta niente di più di una cancellazione del sé ed un estinguersi della luce della coscienza e non è di nessuna utilità nella vita di ogni giorno.
E’ possibile naturalmente fermare il pensiero ordinario attraverso la pratica della concentrazione intensa mentre si è seduti in meditazione, come un funambolo che si focalizza solo su quello che sta facendo mentre è sulla corda ma ritorna al suo modo ordinario di pensare una volta che questa azione è finita. La pratica Zen di questo tipo è falsa, conduce ad una specie di vita divisa dove la mente è zittita durante zazen ed autorizzata a vagare per il resto del tempo. Così facendo i due aspetti della vita non saranno in relazione, con la pratica che non funziona fuori dei confini della sala di meditazione.
Zazen non è una soppressione concentrata del pensiero ma piuttosto una consapevolezza così aperta che non rimane presa dalle idee e che non ha bisogno di pensare quando il pensiero non è necessario. Nel suo stato naturale di coscienza la mente fluisce come l’acqua e come l’ acqua se ristagna va a male. Il pensiero analitico può essere necessario quando si considera qualcosa da un punto di vista accademico, ma nella vita di ogni giorno generalmente porta fuori strada.
Piuttosto che cercare di sopprimere il modo ordinario di pensare della mente, il pensiero abitudinario deve essere ridirezionato in modo che la mente cessi di correre dietro l’attività mentale che naturalmente risale dalla coscienza. Come diceva il Maestro Zen Rinzai: “ Non continuare quei pensieri che si sono già presentati e non lasciare presentarsi quelli che ancora non l’ hanno fatto. Questo sarà per te più valido di dieci anni di pellegrinaggi”.
La mente in questo stato è libera della compulsione a pensare, ma questo non significa che non pensi. Spesso questo punto è frainteso. Spegnere il processo mentale e basta non è altro che una specie di blackout mentale. Qualche volta gli studenti vengono da me e mi dicono: “Non sto pensando!”. Questo va bene se la mente è arrivata naturalmente ad uno stato di riposo nell’immobilità, ma se il processo del pensiero è stato semplicemente soppresso questo non rappresenta niente di più di una cancellazione del sé ed un estinguersi della luce della coscienza e non è di nessuna utilità nella vita di ogni giorno.
E’ possibile naturalmente fermare il pensiero ordinario attraverso la pratica della concentrazione intensa mentre si è seduti in meditazione, come un funambolo che si focalizza solo su quello che sta facendo mentre è sulla corda ma ritorna al suo modo ordinario di pensare una volta che questa azione è finita. La pratica Zen di questo tipo è falsa, conduce ad una specie di vita divisa dove la mente è zittita durante zazen ed autorizzata a vagare per il resto del tempo. Così facendo i due aspetti della vita non saranno in relazione, con la pratica che non funziona fuori dei confini della sala di meditazione.
Zazen non è una soppressione concentrata del pensiero ma piuttosto una consapevolezza così aperta che non rimane presa dalle idee e che non ha bisogno di pensare quando il pensiero non è necessario. Nel suo stato naturale di coscienza la mente fluisce come l’acqua e come l’ acqua se ristagna va a male. Il pensiero analitico può essere necessario quando si considera qualcosa da un punto di vista accademico, ma nella vita di ogni giorno generalmente porta fuori strada.
Piuttosto che cercare di sopprimere il modo ordinario di pensare della mente, il pensiero abitudinario deve essere ridirezionato in modo che la mente cessi di correre dietro l’attività mentale che naturalmente risale dalla coscienza. Come diceva il Maestro Zen Rinzai: “ Non continuare quei pensieri che si sono già presentati e non lasciare presentarsi quelli che ancora non l’ hanno fatto. Questo sarà per te più valido di dieci anni di pellegrinaggi”.
martedì, maggio 27, 2014
Superare l’ansia - 11 maggio 2014 di Shodo Harada Roshi
L’intenzione di vivere una vita a beneficio degli altri esseri viventi è spesso ostacolata dall’ansia che accompagna una mente ancora non completamente stabile. Trascinati dalle circostanze, generiamo ininterrottamente pensieri su bene e male, guadagno e perdita, amore e odio. Questa è la natura del samsara – la nostra esistenza ordinaria segnata da un flusso incessante di pensieri dualistici. Il vortice dei pensieri ci spinge in una direzione e poi in un’altra, sfiancando sia il corpo che la mente. Con l’attenzione costantemente diretta verso le vicende esterne, restiamo interiormente ansiosi ed esauriti.
La profonda ansia che deriva da questo modo di essere può essere risolta solamente per mezzo del “merito di Buddha”, per usare le parole del Sutra di Vimalakirti. Il Buddha a cui ci si riferisce non è qualcosa al di fuori di noi, ma è la verità interiore, l’essenza della saggezza che è immanente in ciascuno di noi. Tuttavia, questa apertura non può essere raggiunta con un mero pensiero concettuale, ma deve essere favorita con la pratica di zazen.
Con la stabilità del corpo, del respiro e della mente arriva una più piena e aperta consapevolezza. Continuando in questo modo, si accumula gradualmente l’energia interiore, proprio come un pallone gonfiato lentamente. Alla fine si sente il basso addome completamente espanso, e tutto il corpo fino ai pori della pelle è impregnato di energia vitale.
Questa vitalità in continua risalita rimpiazza la malinconia derivante dai nostri vari tipi di ansia e ci riempie con un sentimento di speranza e possibilità. Questo è il gusto profondo dello zazen. Per assaporarlo dobbiamo restare completamente semplici e aperti – nel momento in cui cerchiamo di crearlo deliberatamente, questo svanisce. Se, invece, poniamo attenzione a ciascun singolo respiro, allora la nostra consapevolezza maturerà naturalmente. Sarà stimolato il nostro desiderio innato di contribuire al benessere della società, e saremo pieni dell’energia che occorre per realizzarlo. La nostra vera aspirazione non è la felicità personale, ma la liberazione di tutta l’umanità.
domenica, maggio 18, 2014
Domande a Shodo Harada Roshi
Q
Cos’è
meglio per salvare tutti gli esseri: vivere in un monastero Zen o
praticare da laico fuori dal monastero?
March
20, 2014, 4:24 pm
Ognuno
ha il proprio modo di esprimersi e di vivere. Piuttosto, cosa intendi
con “salvare tutti gli esseri”? Devi fare maggiore attenzione a
questo. Ci serve un corpo in salute e una mente stabile per salvare
gli altri. Per questo è importante trovare una vera base,
risvegliare la saggezza nelle nostre vite e fare esperienza di questo
stato mentale stabilizzato. Quindi, con la mente illuminata puoi
mischiarti alla gente nella società. Ma da principio la
purificazione e il risveglio della nostra vera mente richiede grandi
sforzi. Non creare un mondo dualistico parlando di monastero Zen e
società, ma mentre vivi nella società, puoi continuare il tuo
addestramento, e l’addestramento in un monastero Zen è sentire il
dolore e la sofferenza della società e lavorare per la sua
purificazione.
5
o 6 volte durante yaza in diverse sesshin il respiro è diventano
come una macchina sottile e si è fermato per lunghi periodi.
L’espirazione sembrava salire fino alla cresta di un’onda senza
nessuno sforzo. Tutti gli oggetti apparivano stabili in maniera molto
chiara ma totalmente separati. Gli oggetti non dovrebbero essere
percepiti come Uno?
March
18, 2014, 2:42 pm
E’
importante sentire la profondità dello zazen. Diventa
l’incoraggiamento a continuare la pratica. Ma non restare lì –
tutta la gioia, tutta la stabilità, tutta l’instabilità è ancora
creata dalla tua coscienza. C’è anche il mondo delle illusioni. Ci
sono immagini che sperimenti quando il tuo zazen diventa più
profondo, ma non sono ancora il nocciolo della pratica. Lo scopo è
rinfrescare, rinascere, svegliarsi alla saggezza. In quel luogo dove
il passato non ti condurrà più di qua e di là. Ritorni allo stato
mentale che avevi quando sei nato. Tutte le altre immagini o
illusioni sono ostacoli. Per
favore non fermarti a metà strada.
Perché
creiamo un ego e ci dividiamo in così tanti pezzi?
March
16, 2014, 2:05 pm
L’Ego
è molto importante. La scienza dice che dall’età di 16 mesi
comprendiamo 1. Dopo 32 mesi comprendiamo 2. Comprendere 1 significa
che sperimentiamo tutto l’esistente come se fosse noi stessi.
Comprendere 2 significa la divisione tra sé e l’altro. Da lì
comincia a svilupparsi l’Ego. Da lì vengono fuori la volontà e i
desideri degli esseri umani. E così anche tutta la scienza, l’arte,
la cultura ha origine da lì. La società è basata sulla percezione
di 2. Se non ci fosse nessun Ego, le capacità umane non si
svilupperebbero. Tuttavia vedere che l’Ego appartiene solamente a
questo corpo, diventa veramente pesante. Diventa più pesante del
peso della terra. Questo perché la nostra saggezza è ancora
limitata. A questo punto possiamo crescere socialmente e imparare
come usare questo Ego per la società. L’Ego è una grande forza
perché avvenga la crescita sociale.
Nel
suo teisho ha accennato al raccogliere la concentrazione sulla punta
di un ago. Quando faccio questo perdo la connessione con la vasta
energia che fluisce. Che
devo fare?
March
16, 2014, 1:57 pm
Quando
sediamo in zazen, la nostra coscienza è ancora piena di cose che
vengono da fuori, e questa ombra senza dubbio persiste. Quando ti
concentri nel koan, questa coscienza che permane lentamente si
mescola con il koan e diventa il koan. Rimane la sola coscienza ad
essere presente e perfino il sé e tutto quel che c’è intorno
scompaiono. Entrare in questo stato mentale dove non ci sono ostacoli
è chiamato samadhi. Il samadhi è necessario perché ci sia la
grande morte. Qualcosa dall’esterno può toccare la tua pura
coscienza e aprire un varco. Per la prima volta la tua coscienza può
rinascere. La spiegazione teorica per questa esperienza è detta la
coscienza della coscienza diventa cosciente di se stessa. Solo se
puoi evadere da questo samadhi puoi fare esperienza della grande
morte con la rinascita della tua coscienza. Questa è la volta in cui
non occorre più alcun dualismo, quando puoi sperimentare la tua pura
coscienza.
Quando
medito la sera sono pieno di energia e ho difficoltà a dormire la
notte. Quando medito al mattino mi addormento durante la meditazione
e rimango molto stanco. Perché lo stato in cui medito, energico o
assonnato, influenza come mi sento dopo?
March
13, 2014, 1:57 pm
Forse
sei una persona notturna e il tuo ritmo giornaliero è di stare
sveglio fino a tardi. Le persone che vanno a letto tardi hanno
difficoltà con lo zazen del mattino. Gli orari di pratica in un
monastero sono più adatti alle persone che vanno a letto presto e si
svegliano presto. Se tu stessi in un monastero anche solo un mese, il
tuo ritmo naturale cambierebbe, in quanto esseri umani viviamo di
abitudini, e queste possono essere cambiate. In monastero ci si
sveglia alle 3:40 del mattino, poi io vado a letto intorno alle 11 di
sera e mi sveglio alle 2 del mattino in modo da avere il tempo, prima
che cominci il programma del monastero, per aumentare la mia energia,
e quindi alle 4 sono sveglio per i sutra del mattino. Il ritmo va
seguito giornalmente, o è difficile cambiare.
Anche
se pratico da un po’ di tempo, trovo impossibile sentire il tanden.
Come si dovrebbe sentire questa parte 3/5 cm sotto l’ombelico?
March
13, 2014, 7:03 am
Non
è difficile. Certo
cercare e trovare un tanden con la testa non funziona. Quando sollevi
una cosa pesante, hai bisogno della forza del tuo tanden per farlo.
Sedere, camminare, dormire, tutti i movimenti sono supportati dal
Tanden. Ci sono fasce muscolari davanti al basso addome e attorno
alla parte bassa della schiena, che sono il supporto per tutti i
movimenti del corpo. Il sangue, che porta nutrimento e ossigeno a
tutte le cellule del nostro corpo, è pompato dal cuore. I polmoni
esalano diossido di carbonio e ricevono ossigeno fresco. I polmoni
non possono muoversi da soli, ma vengono compressi e rilasciati dal
diaframma. Il diaframma è molto sensibile alla tensione e alla
pressione, e quel che supporta il diaframma nel suo salutare lavoro è
il tanden. Quando espiri, espiri fino a che l’addome si
appiattisce, per poi semplicemente lasciare che l’inspirazione
venga da sé. Così sentirai una inspirazione stabile e
soddisfacente, che è possibile grazie alla forza del tanden.
Piuttosto che pensarci,
sperimentalo.
Quando
ci si siede profondamente in pace durante una sesshin, si può
sentire la necessità di essere gentili con se stessi e con gli
altri, con gli animali, le porte e le nostre ciotole. In quel momento
non sembra corretto andare al sanzen giusto per cacciare un urlo per
mostrare la mia forza, E’ sbagliato?
March
7, 2014, 3:02 pm
Sentirsi
in pace è un buon stato mentale, anche se quel che vedi scaturisce
dai tuoi pensieri. Ecco perché ti sembra che il MU si inserisca nei
tuoi pensieri. Questo non è tagliare le radici della vita. Occorre
che tagliamo questa radice per sfondare il muro del nostro ego. E’
ancora presente il dualismo. Mi piace, non mi piace, vincita,
perdita, buono, cattivo – queste visoni dualistiche non possono
liberarti. Ti
prego di fare attenzione a questo.
Quando
medito mi sembra di diventare più introverso e passivo e mi sento
bloccato dentro. Mi piace meditare ma non mi piace questo stato.
Sento che la meditazione dovrebbe condurmi a una maggiore sintonia
con l’esterno, ma non so come farlo. Qualche
suggerimento?
March
3, 2014, 2:22 pm
Nel
nostro subconscio sono immagazzinati molti pensieri e memorie.
Purificarli è quel che si fa con Zazen. Usiamo il respiro, i koan
per risvegliare la nostra coscienza. Quando ci concentriamo sul
respiro, siamo meno sballottati dalla nostra coscienza. Ma
dobbiamo concentraci completamente o non funziona.
Cosa
vuole evidenziare Hakuin con queste parole: “Il cancello
dell’unione di causa ed effetto in questo modo viene aperto”?
February
25, 2014, 7:49 pm
In
quanto esseri umani la nostra mente è piena di pensieri e
preoccupazioni, ma è solo perché siamo bloccati sul nostro ego che
crediamo che sia una cosa terribile e difficile. Quando sediamo in
zazen e sperimentiamo la nostra vera natura, realizziamo che la mente
vuota è la nostra vera natura, la Natura di Buddha. A partire da ciò
siamo capaci di accettare questa vita nel modo in cui è e vedere che
il nostro ego è solo un’illusione. Se vi restiamo impantanati, nel
volere questo e quello, passando dall’agitazione alla gioia, non
possiamo vedere che in tutte queste cose non c’è nulla della vera
essenza. “… realizziamo chiaramente che la Natura del Sé è una
non natura. Allora saremo andati ben oltre la pigra speculazione.”
Smetteremo di preoccuparci di questo e di quello - tutti i dubbi
saranno scomparsi. Questa è l’esperienza fondamentale che viene
espressa dalle parole “Il cancello dell’unione di causa ed
effetto in questo modo viene aperto”. Questa è l’espressione
logica di questa esperienza: la saggezza di Buddha può essere
trovata solo in noi stessi.
Possiamo
vederlo da noi stessi che non siamo insignificanti, ma quando non c’è
nulla nella mia mente, allora questa è la saggezza del Buddha, che
non può essere trovata altrove, né essere conseguita con
l’addestramento. Causa ed effetto sono una cosa, sono la saggezza
del Buddha che stiamo cercando. Il cancello è aperto poiché non c’è
più alcun bisogno di cercare all’esterno, il cancello della
saggezza adesso è aperto. E da ciò comprendiamo che la nostra mente
è sempre stata aperta. Non dobbiamo andare di qua e di là e
lavorare duramente per farlo, ma proprio qui è dove possiamo trovare
la saggezza del Buddha dentro la nostra mente.
Hakuin
prende queste parole dai sutra, dove si dice: “Se vuoi conoscere il
passato, guarda il presente. Se vuoi conoscere il futuro, guarda il
presente.” Cosa possiamo imparare da queste parole, come vivere in
base a questo? Ogni giorno, ogni momento, vivere ciascun istante più
pienamente possibile. Come si diceva anticamente: “Camminare
costantemente come un bue. La strada non è breve, ma se stiamo con
il nostro cammino, allora arriveremo salvi. Persino una strada lunga
può essere percorsa.” – o – “Questo autunno non si sa se
pioverà o ci sarà tempesta, quando il contadino lavora nei campi
non si preoccupa se il suo raccolto sarà colpito dalla pioggia o
dalla tempesta, anche se questo dovesse accadere, adesso bisogna
lavorare su questo campo. Forse non tutti i risultati saranno buoni,
ma questo non significa che si debba smettere di impegnarsi.”
Questo
non può essere afferrato per mezzo di una comprensione
intellettuale, ma guardando alla propria vita in ogni momento, senza
farsi confondere dai pensieri. Chi
vive in questo modo vedrà arrivare risultati conformi.
Pensa
che sia meglio avvicinarsi a zazen in modo calmo e rilassato o in
maniera più determinate ed energica? Per esempio se prima di una
sessione di zazen prendo un impegno saldo di non togliere
l’attenzione dal respiro a qualunque costo, va bene o è un modo di
pensare sbagliato?
February
21, 2014, 1:03 pm
Il
samadhi del respiro è sempre samadhi. Non inizia né finisce, per
questo è chiamato samadhi. Non c’è nessun inizio o fine in Zazen.
L’insegnamento Zen del nostro lignaggio è: Muoversi è Zen,
sedersi è Zen, tutti i movimenti sono fonte di stabilità naturale
per il nostro corpo”. Questo è stato il samadhi di zazen per il
Buddha e per tutti i patriarchi.
Susoku
Zanmai wa Itsudemo Zanmai desu. Hajimattari Yasundari Owattari shinai
koto ga Zanmai desu.Zazen no Haji me Owari mo Nai no ga Zazen desu.
Busso Shoden no Zazen wa "DO mo mata ZEN, ZA mo mata ZEN, GO
MOKU DOJO TAI ANNEN" kore ga Oshaka sama Irai Soshigata no ZAZEN
ZANMAI desu

giovedì, maggio 15, 2014
La cosa più importante
Da Faith in Mind: A Guide to Ch'an Practice by Master Sheng-Yen, reprinted with permission from Dharma Drum Publications.
La cosa più importante nella pratica è essere naturali e spontanei. Essere naturali non significa trascurare tutto. Richiede un’attenzione accurata. In meditazione dovreste sedere in una postura naturale e usare la mente in modo naturale. Sedere in una postura naturale significa sedere semplicemente diritti. E’ naturale se siete comodi quando assumete per la prima volta la postura seduta, anche se dopo avete dolore alle gambe. Non è naturale, comunque, sedere curvati in avanti o inclinati lateralmente, o con la testa piegata indietro. Una postura naturale deve seguire le vostre esigenze fisiologiche. Non è naturale irrigidire i muscoli dello stomaco o raddrizzare la schiena portando in fuori il petto.
Usare la mente in modo naturale significa evitare di cercare di controllarla. Più cercate di controllare la mente, più i pensieri vaganti sopraggiungeranno per infastidirvi. Infatti, il maggior timore per i pensieri vaganti è un altro pensiero vagante. Quindi, se avete molti pensieri vaganti, consideratelo un fenomeno naturale e non disprezzatelo. Ma d’altra parte anche lasciarsi andare completamente ad un flusso di pensieri vaganti, non è corretto. Qual è l’approccio migliore? Prestare attenzione al metodo. Se fate così, i pensieri vaganti si ridurranno al minimo. Non è che non sorgeranno, ma non ve ne preoccuperete. Se davvero farete attenzione al metodo, sarete consapevoli di un pensiero vagante non appena sorgerà. Non appena arriverà, lo lascerete andare. Non spaventatevi del fatto che un altro pensiero lo possa seguire. Quella paura sarà un altro pensiero vagante. È come una persona che sta trasportando una catasta di ciotole. Se qualcuno le dice: “Fai attenzione! Stai per farle cadere!” le farà cadere: Ma se nessuno dirà niente, semplicemente proseguirà.
Non aver paura del fallimento. Qualunque cosa sia accaduta nel passato è passata; non preoccupatevi che accada di nuovo. Prima di riscontrare successo, il fallimento è naturale e necessario. Quando un bambino impara a camminare, non fa altro che cadere. E’ un fallimento? Lungo la nostra vita andiamo incontro a simili processi: andando a scuola, inseguendo una carriera, praticando Ch’an. Dopo il mio primo libro, qualcuno mi disse: “Adesso hai ottenuto un successo.” Io ho risposto: “No. Quel libro è stato un fallimento. Lo scriverei molto meglio se dovessi farlo di nuovo.” E’ lo stesso con la pratica; non c’è mai una conclusione di successo. Quando stai lavorando duro, il fallimento è naturale. Se non hai mai fallito, non hai mai provato.
D’altra parte, non dovreste avere un’attitudine disfattista e pensare: “Fintantoché fallirò, fatemi fallire.” Secondo il Buddhismo niente può essere un successo. Se foste eletti presidente degli Stati Uniti, sarebbe un successo? Più tardi è probabile che sareste criticati e definiti un fallimento. Perfino il presidente Lincoln probabilmente considerò se stesso un fallimento. E’ naturale. E’ quando non ti senti apprezzato che ti sforzi. Quando non hai più bisogno di sforzarti, quello è il successo o liberazione. A quel punto non ci sono più fastidi. Tuttavia non hai gettato via i fastidi né afferrato la liberazione. Tenere stretta l’illuminazione e tenere lontano i fastidi, non è il vero stato naturale.
Seguire la propria natura, in questo senso, non è la stessa cosa che seguire le proprie abitudini o i propri capricci come nell’espressione “sii naturale”. Natura qui è riferito alla natura di sé o Natura di Buddha. Alcune persone pensano di diventare Buddha attraverso la meditazione. Questo è sbagliato. Il potenziale della Buddhità e dentro la propria natura. Se fosse vero che la Buddhità dipende dalla meditazione, se smettessi di meditare dopo essere diventato un Buddha, diventeresti nuovamente una persona comune. L’obiettivo della pratica è di essere in accordo con il modo naturale, in modo che la tua vera natura possa manifestarsi da sé. Praticare semplicemente secondo i metodi insegnati dal Buddha e non preoccuparsi di avere successo. Il Sutra del Cuore dice: “Non c’è saggezza né conseguimento.” Sebbene la pratica possa essere impegnativa, perfino dolorosa fisicamente, se il vostro cuore è sereno, niente vi darà fastidio. Un approccio sereno non significa non curarsi della pratica; significa considerare naturale tutto quel che accade. Può esserci qualche dolore, ma non ci sarà sofferenza. Non c’è niente nella vostra mente che non potete mettere via.
Il maestro Sheng-Yen è il Maestro Residente del Ch’an Meditation Center di Elmhurst, New York. Tratto da Credere nella Mente. Una guida alla pratica Ch’an.
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