martedì, giugno 05, 2018

Darsi da fare diligentemente per la propria inabilità.

Questa frase viene dal caso N°32 della “Raccolta della roccia blu”. Nessuno è perfetto, è umano non essere abile nell'affrontare alcune situazioni. Una volta che sappiamo dove risiedono i nostri errori, dipende da noi guardarli e lavorarci. Quando Tei Joza era allievo di Rinzai, gli chiese: “Che cosa è il corpo del Buddha Dharma?”. Invece di rispondere Rinzai afferrò Tei Joza per i risvolti e lo colpì. Tei Joza cadde e quasi svenì. Fino a quando faremo affidamento su spiegazioni e abitudini mentali non potremo conoscere la vera origine dell'universo. Questi colpi erano uno dei modi con i quali Rinzai istruiva Tei Joza, un processo vitale al di là delle spiegazioni. Quando Tei Joza fu appena in grado di sedersi, uno dei suoi superiori disse: “Prostrati! Il Koan è finito”. Tei Joza immediatamente si prostrò e per la prima volta vide chiaramente al di là della comprensione razionale e del giudizio. Aveva praticato diligentemente, usando la pratica per lavorare sugli aspetti di sé che sapeva essere immaturi e non sviluppati. Nel dojo faceva segretamente cose che nessun altro voleva fare, come pulire i gabinetti o lavare il pavimento. Siccome aveva purificato la sua mente in questo modo, Tei Joza poteva prostrasi naturalmente, senza nemmeno pensarci e, passando attraverso tutto questo, una nuova vita era nata.
(Shodo Harada Roshi , 30 maggio 2018)

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